I due grandi ex corridori, uniti anche da una triste vicenda di doping, in un’intervista doppia hanno raccontato quella generazione di ciclisti definita “di m…a” da loro stessi
Jan Ullrich, che ha appena pubblicato assieme ad Amazon una serie TV a lui dedicata confessando di aver assunto sostanze illegali anche nell’annata che l’ha portato al trionfo del Tour de France, in quegli anni era il grande rivale del ciclista statunitense Lance Armstrong, già condannato a sua volta dal doping in passato. Alla presentazione del documentario il corridore tedesco ha ammesso: “Ero colpevole, mi sento colpevole anch’io”. Ma ha aggiunto: “Senza doping allora non avrei potuto resistere in gara ed essere competitivo“.
Trai il 1980 e il 1990 la velocità media del Tour de France era di 37 Km/h, nel 2005 arrivava a 41,6 km/h e nel 2011 il miglior tempo è stato di 41,21 km/h : dopo gli scandali del doping nel ciclismo, e i più oculati controlli, i tempi si sono ridimensionati.
Un’intervista doppia
Già nei primi decenni del Novecento alcuni corridori facevano ricorso a stimolanti al fine di ridurre la sensazione di fatica: le sostanze più utilizzate erano gli estratti di coca, oppure bevande a base di solfato di stricnina, quando non addirittura iniezioni di canfora. Tanti anni sono passati da allora, il doping purtroppo ha fatto passi da gigante, ma soprattutto negli anni 90 il ciclismo era dominato dal doping perchè, per ammissione degli stessi corridori del tempo, doparsi era l’unico modo per restare al passo degli altri, visto che tutti si dopavano. Lance Armstrong e Jan Ullrich sono stati forse i due atleti più rappresentativi nel ciclismo degli anni a cavallo del nuovo secolo, non solo per le vittorie ottenute, ma anche per essere stati entrambi colpiti dallo scandalo del doping, venendo poi privati di tutte le vittorie. I due, da anni, al termine dell’estate, si incontrano a Mallorca e ricordano i tempi andati. E’ qui che hanno rilasciato un’intervista doppia al magazine tedesco Die Zeit.
Una “generazione sbagliata”
Un’epoca che aveva appassionato i tanti fan di uno sport storico, segnata da atleti formidabili che alimentavano rivalità fortissime, ma che poi si è scoperto essere “una generazione di corridori sbagliata”. Non usa giri di parole infatti Armstrong durante l’intervista, “Siamo stati i migliori di una generazione di m…”. Sette vittorie al Tour de France tra il 1999 e il 2005: tutti successi poi revocati per uso di doping, confessato pubblicamente in tv. “Mi ci sono voluti dieci maledetti anni per uscire da questo buco. La mia vita è letteralmente implosa. Non solo ho perso milioni di dollari, ma ho perso quasi tutto ciò che mi aveva definito come uomo e atleta. Né io né Jan, né nessun altro della nostra generazione avrebbe dovuto doparsi. Purtroppo la realtà è stata diversa: facevamo parte di una generazione di m…”. Ullrich poi spiega il ruolo fondamentale che ha avuto per lui il corridore texano. “Mi ero completamente perso. Gli amici hanno provato di tutto all’epoca: niente da fare. Alla fine hanno pensato che l’unica persona in grado di contattarmi fosse Lance“, conferma il tedesco. “All’epoca Lance venne a trovarmi in clinica e parlò con i medici. Riuscì a motivarmi ad andare in riabilitazione. Mi ha detto: “Hai dei figli, hanno bisogno di te, non buttare via la tua vita, pensa a quello che è successo a Pantani. Lance mi ha scosso”, ha concluso il corridore tedesco. “Il fatto che stesse così male mi aveva spezzato il cuore: Marco Pantani era appena morto all’epoca, non potevo sopportare di perdere un altro di noi” ha confessato poi Armstrong.