L’ex giocatore di Roma e Milan ha gravi problemi economici dopo il fallimento, alcuni anni fa, della società che gestiva calciatori e procuratori
Era soprannominato “pendolino” per il suo instancabile modo di andare avanti e indietro sulla fascia destra del terreno di gioco, Cafù, ex terzino di Roma e Milan, uno dei più forti difensori laterali della storia del calcio, ora deve correre per evitare la bancarotta. Il campione del mondo col Brasile (1994 e 2002) è infatti sommerso dai debiti dopo il fallimento, nel 2019, della società Capi Penta International Player, da lui fondata per gestire la carriera di procuratori e calciatori.
Marcos Evangelista de Moraes, in arte Cafù, sulla fascia destra volava letteralmente, tanto da ridisegnare il ruolo di laterale di difesa. Ecco perché è considerato dai più uno dei più forti terzini in assoluto che abbiano mai calcato un campo da calcio. Nel corso della sua carriera, iniziata nel 1989 al San Paolo e successivamente proseguita tra Real Saragozza, Palmeiras, Roma e Milan, ha vinto tutto quello che si poteva vincere a livello di club, oltre a essersi laureato due volte Campione del Mondo con la nazionale brasiliana di cui è detentore assoluto del record di presenze.
Come tutti i brasiliani aveva un nome e un cognome molto lungo, ma è sempre stato conosciuto come Cafù. Uno dei giocatori più forti della storia del calcio, in grado di riscrivere un ruolo, quello del terzino, facendolo diventare quasi come quello di un attaccante esterno aggiunto, grazie alla sua capacità di macinare chilometri su chilometri su quella fascia destra come nessun altro. Ha vinto tutto quello che un calciatore può sognare di vincere, sia a livello di club, sia con la nazionale del suo paese, l’amata maglia verdeoro brasiliana, con la quale ha avuto l’onore massimo di alzare, come capitano, la Coppa del Mondo al cielo nel 2002. Nella sua lunga carriera con la maglia carioca, arrivò a disputare 142 incontri, il che lo rende tuttora il giocatore che vanta il maggior numero di presenze. Dopo il ritiro dall’attività agonistica, ha avviato alcune attività sempre nel mondo del calcio, ma oggi, a 51 anni, deve confrontarsi con alcuni grandi problemi finanziari che lo hanno mandato addirittura in bancarotta.
Il tracollo finanziario dell’ex giocatore di Roma, Milan e Brasile parte da lontano. Nel 2019 infatti aveva subito la confisca di ben cinque proprietà per gli oneri che aveva accumulato attraverso la sua società di management, la Capi Penta International Player, da lui fondata nel 2004 per gestire la carriera di procuratori e calciatori. Ma adesso la situazione è ulteriormente peggiorata. La situazione infatti si è fatta economicamente talmente disperata che all’ex giocatore costerà la villa di Barueri, nello Stato brasiliano di San Paolo, che verrà messa all’asta, per un valore stimato di circa 7,4 milioni di euro. A riportare i conti saltati nelle tasche di Cafù è il portale brasiliano Uol, che racconta come l’ex campione brasiliano deve restituire ai creditori 9,7 milioni di reais brasiliani, un milione 800 mila euro, ai quali vanno poi aggiunti i pegni che superano gli otto milioni di reais (circa un milione e mezzo). Il debito più pesante sarebbe con una banca, il Banco Industrial, a cui Cafù deve restituire di 4.2 milioni di reais, circa 777 mila euro.
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