I direttori di gara internazionali erano già stati “pizzicati” dall’Agenzia delle Entrate, adesso per loro si apre il capitolo più duro
Arbitri nel caos. Ma la Var, gol non dati e fuorigiochi non visti, stavolta non c’entrano nulla. Al centro del mirino ci sono proprio loro, i direttori di gara, quelli internazionali per la precisione, e lo sono da diverso tempo. Già perché il Fisco li aveva già redarguiti, ma adesso, proprio a causa di quei controlli, ad aprire un’inchiesta è la Federcalcio.
E’ sicuramente un atto dovuto, anche se fino a un certo punto. Già perché la Procura federale della Figc, che in effetti doveva e poteva muoversi in modo contestuale all’Agenzia delle Entrate, ha finalmente deciso di aprire un’indagine interna per capire cosa è successo e soprattutto come è potuto accadere.
Nell’occhio del ciclone ce ne sono diversi, e anche alcuni molto importanti. E tra questi spiccano i nomi di Daniele Orsato, che si è ritirato a luglio del 2024, il designatore Gianluca Rocchi ma tanti altri. Tutti sono stati già multati e sanzionati dall’Agenzia delle Entrate per mancati versamenti fiscali sui compensi Uefa tra il 2018 e il 2022.
La cosa curiosa è che si tratta di un nutrito gruppo di arbitri italiani, tutti internazionali, che hanno evaso il Fisco per le tasse sui compensi Uefa. Rocchi e Orsato i più in vista ma ce ne sono tanti altri che adesso non arbitrano più. Gli accertamenti sono partiti nella primavera del 2023 dopo un dettagliato resoconto da parte della Guardia di Finanza che ha “seguito” una cinquantina di arbitri internazionali, non solo direttori di gara ma anche guardalinee, per non avevano dichiarato al fisco italiano i compensi ottenuti dalla Uefa nel periodo compreso fra il 2018 e il 2022.
I direttori di gara hanno dimenticato di versare il dovuto su una cifra piuttosto alta ad arbitro, anche perché si parla di un un compenso minimo netto di 8 mila euro a incontro. Non proprio una cifra piccola. Basti pensare che Daniele Orsato, nel caso specifico, avendo diretto 48 partite internazionali tra il 2018 e il 2022 si parla di ben 384.000 euro nette, quindi una cifra che supera il mezzo milione di euro, anche se, e bisogna sottolinearlo, le cifre di cui si sta parlando nel dettaglio sono al dì sotto dei 100 mila euro anche perché sarebbe scattato il penale.
La Federcalcio non poteva restare inerme, anche perché i finanzieri si erano presentati nella sede dell’Aia, l’Associazione arbitri, con un vero e proprio blitz per acquisire gli elenchi completi di tutti gli arbitri e di tutte le presenze che hanno avuto in quel periodo. Non solo. Da capitale è stato inoltre chiesto a tutti i comandi regionali di effettuare delle verifiche incrociate in tutte le sedi distaccate, andando a prendere anche gli arbitri di calcio a 5 e agli addetti al Var e Avar, l’assistente del Var.
Ed è così che le Fiamme Gialle hanno scoperto un alto tasso di evasione fiscale, anche perché molti arbitri non avevano proprio denunciato quei compensi Molti arbitri non avevano denunciato i compensi e con alcuni di questi, è stato scoperto dai militari della Finanza che avevano conti aperti all’estero. C’è inoltre da sottolineare che a tutti sono arrivati i dispotivi per pagare a metà del 2024 che ha inoltrato l’Agenzia delle Entrate e quasi tutti hanno aderito all’istante, pagando così una sanzione ridotta.
E’ quello che ha dichiarato Rocchi attraverso il suo legale a suo tempo, mentre Orsato e tanti altri nel mirino non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione anche se tra questi, tra cui Orsato, hanno già pagato la sanzione.
Il problema in questione, ed ecco che entra in ballo la Federcalcio e la Procura, è il Codice etico dell’Aia che ha dei principi duri e rigorosi riguardo agli articoli 5 e 6, in base ai quali gli arbitri associati rischiano sanzioni disciplinari di rilievo e in alcuni casi anche pesanti. In base a queste regole, Rocchi, ad esempio, potrebbe anche essere squalificato, e a maggior ragione che sia il designatore degli arbitri stessi.
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