La notizia della positività di Jannik Sinner al test antidoping ha fatto il giro del mondo. In molti però si chiedono che cos’è il Clostebol, la sostanza trovata nel sangue del tennista.
Il tennis mondiale è stato travolto da una notizia che ha scosso l’intero sport: la positività di Sinner. Al centro dello scandalo c’è uno steroide anabolizzante sconosciuto alla maggior parte dei comuni mortali. In molti, quindi, si chiedono che di che cosa si tratta.
Sebbene sia stata attestata la sua innocenza, il caso Sinner è diventato parte integrante delle comuni conversazioni. Il numero uno al mondo ha spiegato pubblicamente che la presenza della sostanza dopante nel sangue è un risultato di una contaminazione accidentale, cosa che ha sollevato molti dubbi sulla reale natura del Clostebol e quali sono le sue implicazioni nel mondo sportivo. Prima di andare a conoscere il farmaco, spieghiamo cos’è successo.
Sinner è stato trovato positivo a due controlli antidoping nel mese di marzo, durante e dopo il torneo di Indian Wells. Il procedimento gestito da International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha deciso di non squalificare il tennista perché la contaminazione è avvenuta accidentalmente perché un membro dello staff di Jannik aveva applicato sul suo dito uno spray contenente Clostebol per curare una piccola ferita.
Cos’è il Clostebol e rischi di doping nello sport
Sinner ha subito una contaminazione transdermica non intenzionale, provata da un’indagine approfondita da parte degli esperti scientifici. In ogni caso, sappiamo che il Clostebol è uno steroide anabolizzante che deriva dal testosterone. In Italia è venduto come pomata o spray Trofodermin, ma si tratta di farmaci etichettati come doping perché il principio attivo è altamente trasmissibile.
È un farmaco che viene usato in ambito medico per accelerare la guarigione di ferite, ma il suo uso è limitatissimo nello sport perché ha un potenziale effetto anabolizzante, in quanto potrebbe migliorare le prestazioni atletiche. Basta una piccolissima quantità applicata sulla pelle per risultare positivi a un test antidoping come successo a Sinner, rendendo il medicinale pericoloso per gli atleti professionisti.
Sebbene sia risultata una contaminazione accidentale, Sinner ha dovuto subire delle conseguenze: perdita di punti ATP e del montepremi vinto a Indian Wells. Ciò ha sollevato parecchi dubbi nell’opinione pubblica, alimentando dibattiti e discussioni. In ogni caso, ITIA ha deciso di non imporre una squalifica al numero uno del mondo, proprio perché l’uso del medicinale non era intenzionale.