Il presidente del Coni rilascia un’intervista a Repubblica e fa una panoramica di quello che sta accadendo a un anno dalle Olimpiadi
Una guerra personale che sta assumendo sempre di più i contorni di qualcosa di più grande. Tra un anno o poco più cominceranno le Olimpiadi di Cortina 2026, un evento incredibile che, quando è arrivato, ovvero quando il Cio ha scelto l’Italia, c’è stata una grande celebrazione, ma adesso si è in ritardo su tutto e si rischiano di fare pessime figure.
Agli occhi del Cio e anche a livello internazionale la guerra politica tra il presidente del Coni Malagò e le istituzioni sul cambiamento che si vuole fare ai vertici della presidenza del Coni è incredibile. La possibile eventuale proroga del suo mandato, in scadenza a giugno, lascia tranquillo Malagò che spiega: “Mancano cinque mesi alle elezioni del Coni. Il presidente della Repubblica, i presidenti del Consiglio, vengono scelti quando mancano pochi giorni alla scadenza”.
“Ci sono presidenti regionali che si candidano al terzo o al quarto mandato: e uno si preoccupa di Malagò? È curioso. Io dico che dobbiamo ancora conoscere oltre i due terzi dei grandi elettori. In base a chi sarà eletto, uno fa un ragionamento, se c’è chi ti dà sostegno o meno”. La possibilità, in vista di Milano-Cortina 2026, è quella di vedere una convivenza tra Malagò, presidente della fondazione Milano-Cortina, e un nuovo presidente del Coni: “Con le debite eccezioni, vivo di rapporti umani con tutte le persone. Poi, cosa vi devo dire? Per me è un’anomalia. In cinque mesi che tipo di expertise si può avere?”.
Il presidente del Coni ha toccato vari temi di attualità per le prossime Olimpiadi invernali, ormai distanti solo un anno (la cerimonia di inaugurazione è prevista il 6 febbraio 2026). Tra questi, la pista bob di Cortina, in pieno work in progress: “Sono al lavoro i tecnici, il commissario Saldini è molto coinvolto, il lavoro dell’ad Varnier è eccellente. Lake Placid piano B? Qualcuno ci ha sguazzato e l’ha strumentalizzato per attaccare. Se un’opera è in corso di realizzazione, il Cio obbliga a prevedere un piano B. E Lake Placid era l’unica pista pronta a costo zero tra quelle che ci hanno proposto”.
Il numero uno del Coni ha poi parlato anche della possibilità di dover eseguire i test antidoping a Parigi, visti i problemi a completare il laboratorio di Roma: “Non fingerò di non saperne nulla: la partita però è tutta nelle mani del governo e di Sport e Salute, a cui è delegata la realizzazione dell’opera. Sto settimanalmente chiedendo notizie in merito. È un tema simile a quello della pista da bob – precisa Malagò – per questa so che stiamo lavorando anche sabato e domenica per arrivare in tempo. Per il laboratorio non lo so”.
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