Il presidente del Senato era presente in tribuna e ha visto dal vivo la debacle con la squadra elvetica: “Speravo che avesse quanto meno combattuto”
Non solo gli sportivi e i tecnici hanno spiegato il loro malessere e fornito le loro argomentazioni su quanto accaduto con la Svizzera e l’eliminazione dall’Europeo, ma anche personaggi che col calcio c’entrano poco o nulla ma sono tifosi e in quanto tali sono rimasti delusi soprattutto per come si è posta l’Italia in campo. E tra questi c’è uno illustre come il presidente del Senato Ignazio La Russa, noto tifoso dell’Inter, ma anche grande appassionato di nazionale. Il politico era presente in tribuna durante la partita dell’Italia e non credeva ai suoi occhi quando ha visto la prestazione degli azzurri: “Un disastro unico. La sensazione avvertita non è né rabbia né semplice delusione e il motivo è molto semplice: sapevo che la selezione svizzera sarebbe stata una rivale difficile da affrontare, ma pensavo che la Nazionale sarebbe stata in grado di stare in partita e di combattere. E invece ho come constatato una resa prima ancora di cominciare“.
E’ rimasto allibito da quanto ha visto in campo e l’ha colpito la mancata reazione da parte dei giocatori, anche se non vuole mettersi a fare il tecnico, se non altro perché “non voglio mettermi il cappello di commissario tecnico e per questo motivo non discuto di scelte tecniche o tattiche”, la premessa di Ignazio La Russa che poi aggiunge in modo altrettanto sincero che non ha visto “la reazione che mi sarei aspettato dopo lo svantaggio”. E su questo crede che ci sia un qualcosa che dovrebbe essere scontato: “Dico che avrebbero dovuto fare meglio tutti, presidente, commissario tecnico e giocatori. Non mi aspetto nessuna dimissione ma avrei preso tempo per una riflessione più accurata e non deciso dopo meno di 24 ore“.
Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ci tiene a diversificare bene le cose, cercando di fare il tifoso e non immischiarsi in situazioni che potrebbero coinvolgerlo in polemiche su cui non vuole entrare: “Discuto di calcio e non mi occupo di affari o risvolti politici legati a emendamenti e cose di questo genere. Sul piano calcistico sarebbe servita una più acuta riflessione. Di disastri ne abbaimoIo ricordo il precedente storico dopo la Corea del 1966: quanto accaduto con la Svizzera somiglia molto. All’epoca decisero di lasciare a casa il commissario tecnico Edmondo Fabbri. E dico che abbiamo il dovere di capire bene i motivi di questo naufragio, altrimenti rischiamo di perdere anche il terzo mondiale dopoi due precedenti“.
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