Dalla serie A a intonacare muri, la storia di bomber Riganò

Ha giocato con la maglia viola dal 2002 al 2005, poi a Messina e Empoli e col sorriso ammette: “Ho guadagnato bene, ma tocca tornare a lavorare”

Una storia d’altri tempi. Di un calcio di un’epoca fa quasi, anche se non sono passati così tanti anni. E’ la storia di Christian Riganò, bomber della Fiorentina, ma anche di Messina e Empoli in A che da qualche anno si è rimesso sotto e oggi fa il muratore, lui ci scherza sopra: “Due cose so fare nella vita: i gol e il muratore. Così, dopo aver smesso di giocare, sono tornato a fare il mio mestiere: mi piace e ne vado orgoglioso“. L’intervista e la storia è del Corriere della Sera che ha incontrato l’ex giocatore per caso in un cantiere di costruzioni.

Il bomber
L’attaccante Riganò quando affrontava la su Fiorentina con la maglia dell’Empoli (Ansa Cityrumors.it)

Riganò, fa parte di un calcio che non c’è davvero più. Romantico e votato al sacrificio vero e proprio. Nella sua carriera questo ragazzone ha segnato oltre 300 gol in 520 partite, dalla seconda categoria alla serie A. E’ riuscito a fare tutto e ha giocare dai campi di terra fino all’erba sopraffina della serie A. Ma, ed è qui la cosa bella, non si è mai montato la testa, anzi è rimasto sempre lo stesso. Ed è stata la sua grande fortuna. Sin da quando era ragazzino a Lipari che faceva il manovale tutto il giorno e la sera andava ad allenarsi. E’ rimasto tale e quale, anche quando un giorno arriva una chiamata: “Ero al Taranto. Mi chiamò Giovanni Galli per andare a Firenze nella Fiorentina che era in C2, ho pensato a uno scherzo e riattaccai, pi il sogno“.

“Ho guadagnato tanto ma adesso tocca lavorare, ma spero sempre in una chiamata per allenare”

La gioia
L’attaccante Riganò quando giocava nel Messina ed esulta dopo un gol (Ansa Cityrumors.it)

 

E ora, dopo aver segnato tanti gol, bomber Riganò, si è rimesso sotto e fa il muratore, lui ci scherza sopra e con grande umiltà e un sorriso immenso dice: “Diciamo che avevo lasciato questo mestiere a tre quarti, nemmeno a metà. Io sono questo: amo costruire e riparare le cose. Così, non avendo avuto chiamate per allenatore sono tornato a fare il mio lavoro“. Un messaggio anche per chi cerca un allenatore e soprattutto un uomo tutto d’un pezzo.

Un carattere schietto, quello di Riganò: “Mio padre Vincenzo, che purtroppo non ha fatto a tempo a vedere che avevo realizzato il mio sogno, faceva il pescatore e mia madre ci ha cresciuti uno ad uno“. Ma il bomber è uno di quelli che non le manda a dire: “Ho preso due patentini per allenare… Amo il calcio, ma si vede che non sono adatto per quello di oggi, fatto principalmente di sponsor, non accetto compromessi. Certo, ho guadagnato tanto nella mia vita, ma diciamo che quelli che prendevo io, oggi chi gioca li guadagna in due o tre mesi…”

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