Da amici, quasi nemici a rivali ora di nuovo legati con Andy che diventa allenatore di Nole. Una storia tra lo scozzese e il serbo quasi da film
Da inseparabili amici da ragazzini a quasi nemici e rivali, ora di nuovo insieme. Una storia di tennis che sembra quasi un romanzo. La pre-sceneggiatura di un film di sicuro successo. E non è escluso che capiterà anzi, conoscendo i due tizi, è molto probabile che accada. Già perché la notizia che Andy Murray diventi allenatore di Novak Djokovic ha lasciato a bocca aperta e fatto stropicciare gli occhi a tutti gli amanti del tennis, anche a quelli che non gradiscono il serbo. La verità è che il mondo del tennis è deflagrato davanti a una simile bomba.
Nessuno si sarebbe mai aspettato una notizia del genere, anche perché Murray ha finito da poco di giocare, considerato che il suo era quasi diventato un calvario. Mentre Nole, che ha la stessa età anzi per la precisione è nato una settimana dopo lo scozzese: 15 maggio 87 Murray, 22 maggio 87 Djokovic. Stesso anno e stesso mese, ma carattere decisamente diversi.
La scelta, e soprattutto la richiesta, è stata di Djokovic. Una proposta pazza che Murray apre abbia accettato senza nemmeno pensarci e abbia detto sì in pochi istanti. Voci vicino allo staff del serbo, dicono che Nole stesse facendo una corte sfrenata all’amico scozzese sin dal giorno dopo che ha smesso di giocare. In effetti Murray lo conosce più di qualsiasi altro giocatore, pregi e difetti, anche per questo le loro partite duravano oltre 3 ore. Ed erano sempre combattute, tirate e, a tratti, anche spigolose e nervose, soprattutto in Australia.
Nole e Andy si sono affrontati in tutti i campi e in tutte le superfici, ma a Melbourne erano pazzeschi e se la davano di santa ragione. Tanti ricordano la finale di Australia del 2015 vinta da Djokovic, ma forse la più eclatante più la semifinale del 2012 quando all’inizio del quarto set, durante una palla break, Djokovic fece un lungo linea rischiosissimo che venne giudicato dentro, ma per Murray invece la palla era fuori. L’Occhio di Falco c’era ma non ancora preciso e sistematico come oggi.
Ne nacque una discussione proprio tra Murray e Djokovic, la partita continuò e il serbo vinse alla fine per 6-1 quel set e poi l’incontro al quinto per 7-5, ma lo scozzese, non sembra ma era un gran permaloso, rimarcò l’episodio, rimanendo nel dubbio, tanto che ogni tanto tirava fuori quell’episodio. I due erano molto amici, tanto che nel circuito si parlava di Fab Four, tipo Beatles, i quattro migliori giocatori, ossia Federer e Nadal, amici anche loro, con Murray e Djokovic contrapposti al duo svizzero-spagnolo.
Ma quella cosa in Australia cambiò il rapporto, tanto che due anni dopo Andy Murray non lo volle al suo matrimonio, guarda caso nello stesso anno in cui Nole l’aveva battuto in finale in Australia. Una cosa che fece scalpore all’interno del circuito perché tutti sapevano quanto erano amici e anche perché Andy Murray era stato il testimone di nozze di Djokovic al suo di matrimonio.
Tutto comunque andò in cavalleria, con i due che fecero pace nel 2018 durante Wimbledon. E da lì tutto in qualche modo ripartì come di slancio, anche perché i due erano davvero cresciuti insieme nel tennis sin da ragazzini quando si sfidavano dai 11 anni fino ai 15-16 su tutti i campi ed erano sempre insieme e inseparabili.
Ora di nuovo insieme in un’avventura che sembra davvero entusiasmante. Per alcuni potrebbe essere l’ultimo canto del cigno di Djokovic e per farlo ha scelto colui che lo conosce meglio. Come quando Apollo Creed decise di allenare Rocky per il titolo. Ecco, Murray vorrà fare lo stesso con Djokovic per gli Australian Open, un’ossessione per Nole. Ed è curioso che il torneo che li ha visti combattere e sfidarsi di più, adesso li unisca in un solo nome e squadra. Una cosa che emoziona per chi ama il tennis. Forse l’unico modo per fermare Jannik Sinner.
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