La storia della casa automobilistica di Maranello è straordinaria e affascinate come quella del suo storico simbolo
I simboli sono utilizzati dall’uomo fin da tempi antichissimi come espressione di concetti profondi, relativamente ai più svariati campi della vita. La parola simbolo deriva dal latino symbŏlus e symbŏlum “accostamento”, “segno di riconoscimento»”. Quindi esprime un contenuto del tutto differente e decisamente più ampio rispetto alla forma che lo caratterizza.
Concetti che valgono ancora oggi, e la storia di ogni simbolo, di ogni disegno, di ogni immagine che scegliamo per rappresentare qualcosa è sempre molto personale. Così anche per il simbolo usato da una società straordinaria, come la stessa recita sul suo sito. “La nostra capacità di unire soluzioni tecnologiche rivoluzionarie a un’eccezionale maestria artigianale è ciò che ci consente di creare icone senza tempo in un mondo in rapida evoluzione” .
Anche la storia del Cavallino Rampante è semplice, intima e affascinante. E, come spesso accade, è un normalissimo incontro nel 1923 che definisce la caratteristica più riconoscibile, in tutto il mondo, dell’auto da corsa più spettacolare di sempre. Così Enzo Ferrari ricorda nei suoi scritti il fatidico momento: “Quando nel 1923 vinsi il primo circuito del Savio, che si correva a Ravenna, conobbi il Conte Enrico Baracca e in seguito la Contessa Paolina, genitori dell’eroe. Fu la Contessa che un giorno mi disse: «Ferrari, perché non mette sulle sue macchine il cavallino rampante di mio figlio? Le porterà fortuna». Il Cavallino era e rimarrà nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore della città di Modena”.
Lo stemma del Cavallino infatti si basa sul disegno che Francesco Baracca, aviatore romagnolo eroe del Primo Conflitto Mondiale, dipinse sulla carlinga del proprio aereo. Dopo aver abbattuto cinque aerei nemici, un pilota diventava “asso” e poteva scegliere un simbolo da apporre alla propria carlinga, Baracca scelse proprio il cavallino. Morì in battaglia il 19 giugno 1918. Queste immagini applicate sulla carlinga degli aerei servivano per identificare i singoli piloti in un tempo in cui i collegamenti radio fra velivoli non esistevano, tanto da diventare famose anche da terra a chi assisteva agli scontri, come nelle retrovie di chi seguiva sui giornali le vicende degli aviatori, entrando a far parte della leggenda dei “Cavalieri del Cielo” della Grande Guerra.
Tuttavia, inizialmente, il simbolo del Cavallino Rampante fu utilizzato sulle Alfa Romeo, quelle usate al tempo dalla Scuderia. Nel 1929 nacque la Scuderia Ferrari per la gestione sportiva delle auto Alfa Romeo e solo il 9 luglio 1932, alla 24 Ore di Spa-Francorchamps in Belgio, per la prima volta le Alfa Romeo della Scuderia Ferrari esibirono il simbolo del Cavallino Rampante. Dopo la fondazione della Ferrari, nel 1947, il marchio diventò quello del costruttore ed oggi è il più forte e conosciuto al mondo.
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