Stefano Garzelli in esclusiva ai nostri microfoni ricorda Marco Pantani: “C’è un aneddoto particolare che ricordo sempre. Sono stati anni belli”.
Quattro anni da compagno, tre da avversario. Le strade di Stefano Garzelli e Marco Pantani si sono incrociate diverse volte durante la loro esperienza nel ciclismo.
E l’ex ciclista in esclusiva ai nostri microfoni ricorda Marco Pantani in un giorno sicuramente molto triste. Oggi, infatti, sono 20 anni dalla morte del Pirata.
Stefano Garzelli, diversi anni da compagno di squadra di Marco Pantani. Ci racconta qualche aneddoto?
“Oltre quattro anni in squadra insieme e tre dove siamo stati rivali. Un aneddoto? Io ricordo sempre quanto successo nel 2003. Era il suo ultimo Giro d’Italia. La tappa di Valle Varaita la vinse Frigo. Lui quel giorno andava molto forte e io dovevo rientrare su Simoni. Ad un certo punto, però, sbaglio una curva e cadiamo entrambi. Il giorno dopo ripartiamo entrambi fasciati e lui mi disse: ‘C***o Stefano, potevi fare più piano la curva. Ma io volevo rientrare. Sicuramente un bel ricordo, forse la sua ultima grande prestazione“.
Cosa ha rappresentato Marco per il ciclismo?
“E’ stato una persona che ha fatto parte della vita di tutti gli italiani. In quegli anni, per esempio, una signora di 90 anni che abitava in un Paese con pochissimi abitanti conosceva Maro Pantani. Era una parte di tutti e non ci sarà più un ciclista come lui“.
Marco Pantani da capitano com’era?
“Non era facile stare in squadra con Marco. Sapevamo che quando eravamo al Giro e al Tour, noi eravamo devoti alla causa Marco Pantani, ma lo si faceva volentieri. Quando nel 1999 a Madonna di Campiglio non è partito, noi come squadra ci siamo ritirati. Poi aveva anche un modo di correre complicato. Molte volte era in fondo al gruppo e toccava a noi scontarlo. Ma bastava un solo sguardo per capire cosa voleva. Sono stati anni molto belli“.
Marco è stato l’ultimo a compiere la doppietta Giro-Tour. Ora ci proverà Pogacar. In caso di riuscita, le due imprese potranno essere paragonate?
“No, però è molto più difficile vincerlo ora. Una volta ci si riusciva con il talento, ora si bada ai numeri. Però, ripeto, fare un paragone è davvero complicato“.