Caso Khelif, Imma Battaglia: “Trattamento vergognoso. C’è solo una soluzione” – ESCLUSIVA

Imma Battaglia, una delle figure di riferimento del movimento per i diritti LGBT in Italia, in esclusiva ai nostri microfoni sul caso dell’algerina Khelif.

Il caso dell’algerina Khelif e il ritiro della nostra Angela Carini continuano a far discutere. L’azzurra ha confermato di aver alzato bandiera bianca per i colpi presi e non per le polemiche che si sono create sull’incontro dopo l’ammissione della sua avversaria che, stando ai test del DNA, avrebbe del testosterone superiore alla norma.

Esclusiva Battaglia caso Khelif
Khelif e la nostra Carini – cityrumors.it – foto Ansa

La nostra redazione proprio su questa vicenda ha sentito in esclusiva Imma Battaglia, una delle figure di riferimento del movimento per i diritti LGBT in Italia.

Battaglia: “Non posso giudicare la scelta della Carini”

Esclusiva Battaglia caso Khelif
Angela Carini – cityrumors.it – foto Ansa

Imma Battaglia, partiamo dal ritiro della Carini. Scelta giusta o sbagliata?

Quando si parla di sport individuali è un momento che solo la persona che è in campo può stabilire se riesce a continuare oppure no. Quindi io dall’esterno non posso giudicare. Perché se non se la sentiva prendere altri colpi che potevano farne male seriamente è giusto che si ritiri. Davanti al dolore e ai propri limiti secondo me è giusto fare un passo indietro“.

Si è parlato molto di una decisione condizionata dalla politica da parte della Carini. È così?

Secondo me il suo abbandono è stato condizionato sia dalla politica che da tutto il peso mediatico che si è iniziato a generare intorno all’atleta algerina. E quindi lei, che era la persona che sarebbe stata sul ring davanti a questo pseudo uomo fortissimo, magari ha avuto paura. E’ assolutamente umano. Io non potrei mai biasimare, ma credo che l’abbiamo influenzata molto“.

Cosa pensa di tutte le polemiche che ci sono state intorno alla vicenda?

Io penso che quando le polemiche sono sempre e soltanto ideologiche non fanno bene a nessuno. Secondo me il modo in cui è stata tratta la Khelif è vergognoso e imbarazzante. Una atleta e una donna vanno comunque sempre rispettate. Altro è il tema della competizione sportiva. Le ragazze, soprattutto negli sport individuali, devono essere in pari condizioni di partenza. Con un carico di testosterone più alto è come trovarsi davanti ad una persona dopata e questo richiede la squalifica. Adesso io non ho delle certezze. I giornali dicono che il livello era nei limiti e chi sono io per dire che non è così. Se è realmente in questo modo, allora il match si è disputato alla pari. Trovo disgustoso che la politica voglia sempre salire su temi così delicati, personali e anche tutto sommato invalidanti per metterci il cappello dell’ideologia. E quindi la teoria gender, tutti questi personaggi di destra abbastanza imbarazzanti e ridicoli a dire che era un uomo, cosa non vera. Dall’altra parte la sinistra che non prende in considerazione l’aspetto sportivo. Secondo me giocare ad armi impari non è corretto soprattutto alle Olimpiadi e quindi se il testosterone fosse più alto andava squalificata“.

“Ci vogliono regole certe”

Esclusiva Battaglia caso Khelif
Imma Battaglia -cityrumors.it – foto Ansa

L’ammissione del Cio dopo l’esclusione dell’Iba rappresenta un segnale importante?

Importante se sta dentro i parametri che devono essere universali. Quello che non va bene sono le regole non uguali. Non è possibile che ai Mondiali non viene ammessa e alle Olimpiadi sì. Queste discrepanze danno la sensazione di comitati non sportivi, ma politici e ideologici. Io credo che bisogna discutere le regole e quelle sportive devono essere rispettate in qualunque competizione“.

Quale potrebbe essere la soluzione definitiva a questo caso?

Regole certe. In casi di intersessualità io ritengo che l’unico elemento che debba essere preso in considerazione sono gli esami del sangue. La certezza che si trova davanti a soggetti che non hanno elementi che li portano ad avere un vantaggio rispetto all’avversario. Il livello del testosterone deve essere misurato anche cinque minuti prima dell’incontro. Un cazzotto preso da una forza dieci volte superiore alla tua ti può ridurre in frantumi e quindi non permetterti di partecipare ad una competizione per la quale hai lavorato per cinque anni“.

Gestione cookie