L’ex parlamentare Raisi in esclusiva ai nostri microfoni: “Alcaraz è considerato l’erede di Nadal. La Nazionale ha acquistato la fiducia dei tifosi con le prestazioni”.
È stata una domenica da sogno quella vissuta in Spagna. Prima il secondo trionfo consecutivo di Alcaraz a Wimbledon (Djokovic battuto in tre set) poi la vittoria della Nazionale agli Europei (2-1 contro l’Inghilterra). Una giornata sportiva che difficilmente si può vivere quotidianamente.
E noi in esclusiva abbiamo contattato Enzo Raisi, ex parlamentare che ormai da anni vive in Spagna, per capire come la popolazione ha vissuto questa giornata storica di sport.
Raisi: “In Spagna erano abituati a certi successi”
Enzo Raisi, ieri è stata una giornata di festa in Spagna: prima il trionfo di Alcaraz a Wimbledon e poi la vittoria degli Europei da parte della Nazionale. Come sono stati vissuti questi due trionfi?
“Come sempre. Era abbastanza scontato che alla fine si festeggiasse per tutta la notte. Molte famiglie, associazioni e persone si sono viste la partita insieme e subito dopo è scoppiata la festa. Un doppio risultato importante per l’immagine del Paese. Ma devo dire che c’è stata anche una nota negativa: gli striscioni nei Paesi Baschi contro due giocatori. Sono stati definiti traditori perché hanno giocato con la maglia della Spagna. Una piccola appendice ahimè brutta“.
A parte questo, è una Spagna che è ritornata a trionfare sia nel calcio che nel tennis a distanza di anni.
“Sicuramente erano già abituati ad ottenere queste vittorie. Diciamo che quando nel calcio c’era la grande Spagna che vinceva tutto, nel tennis era il momento d’oro di Nadal. Poi abbiamo assistito ad un calo da una parte per la fine del ciclo e dall’altra perché il campione iberico ha dovuto fare i conti con qualche infortunio oltre che con un’età che avanzava. Ma in poco tempo sono riusciti a tornare a certi livelli“.
“Alcaraz una certezza, la Nazionale una sorpresa”
Ma si aspettavano in Spagna una serata simile?
“Devo dire che per la Nazionale è stata tutto una sorpresa. Prima dell’Europeo nessuno scommetteva un euro su questa squadra. Erano molto titubanti sull’allenatore e sulle scelte fatte. A parte i quattro/cinque senatori, gli altri erano tutti giovanissimi e poco conosciuti. Faccio l’esempio di Cucurella. Gioca nel Chelsea e qui non lo conoscono in molti. Ma il tecnico li aveva già allenati nelle giovanili e possiamo dire che è stato molto coraggioso. Il merito di questo trionfo è suo. Ha deciso di lanciare molti giovani promettenti, ma che non giocano nelle squadre più importanti spagnoli. Il calcio qui punta molto sui giovani e poi i risultati che arrivano sono questi. A contrario magari di quanto accaduto in Italia dove Spalletti non è riuscito a fare gruppo. Come detto in precedenza, quasi nessuno scommetteva sulla vittoria finale proprio per quanto detto prima. Si sono convinti durante la competizione e, soprattutto, dopo le vittorie con Francia e Germania. Discorso diverso per il tennis. Alcaraz è ormai una certezza e considerato da tutti come l’erede di Nadal. E’ sicuramente meno una sorpresa anche se qualche passo falso lo ha fatto. Poi bisogna dire che giocava contro Djokovic e questo è sempre un rischio. Ma possiamo dire che non sono rimasti stupiti come successo con la Nazionale“.
C’è la convinzione di aprire un nuovo ciclo con questa nazionale?
“Sì, adesso sono convinti. L’allenatore ha creato un gruppo coeso e con giocatori giovani. Si è creato magicamente la stessa aria che si respirava negli anni in cui la nazionale dominava. A quei tempi c’era il blocco Real Madrid-Barcellona, ora sono leggermente più dispersi. E’ una situazione diversa, ma uguale per quanto riguarda il talento“.