L’ex nuotatore Massimiliano Rosolino in esclusiva ai nostri microfoni: “A Parigi la squadra italiana di nuoto è forte. Ma si dovrà lottare in ogni gara”.
Il conto alla rovescia è ormai iniziato. Venerdì è in programma la cerimonia inaugurale di Parigi 2024. L’Italia sogna di migliorare il bottino dei 40 podi conquistati a Tokyo e per farlo avrà bisogno di una grande mano dal nuoto in vasca. Martinenghi, Ceccon, Paltrinieri, Pilato, Razzetti e Quadarella sono solo alcuni dei nomi che possono ambire ad una medaglia.
Noi delle possibilità dell’Italia in vasca ne abbiamo parlato con uno che conosce molto bene i Giochi e anche la squadra azzurra: l’ex nuotatore Massimiliano Rosolino (un oro, un argento e due bronzi olimpici nel suo palmares ndr).
Rosolino: “Questa è l’Olimpiade della Quadarella”
Massimiliano Rosolino, cosa dobbiamo aspettarci dall’Italia del nuoto a questa Olimpiade?
“Una Olimpiade bellissima. Lo sport è stupendo quando è difficile. La squadra italiana è forte e da parecchio molto competitiva. Dall’altra parte il resto del mondo, rispetto a Tokyo, ha scoperto le carte. Dai Trials si è capito che quest’anno si va ai Giochi per migliorarsi ulteriormente. Penso che in ogni gara ci sarà lotta per arrivare a medaglia“.
Paltrinieri, Quadarella, Ceccon, Pilato, Miressi, Razzetti, Martinenghi e chi altro può lottare per il podio?
“Io metterei anche Carini e tutti quelli che hanno l’ambizione. L’Olimpiade è una gara diversa. Per esempio la Fangio ha fatto 2’24”, ma per me a Parigi potrà fare anche 2’21”. Bisogna pensare in grande e questo viene più semplice se si attacca e non se si pensa alla difensiva. Ceccon è una certezza. Per la Quadarella questa è la sua Olimpiade, Martinenghi lo scorso anno mi ha impressionato“.
Ci sono anche molti esordienti soprattutto nelle staffette. Un’occasione di crescita per tutti loro.
“Assolutamente sì. Tutti questi esordienti hanno la possibilità di potersi divertire. Quello che funziona è essere un po’ simili poi naturalmente ha la meglio il più forte. Per dire: nella 4×100 stile libero che ha avuto Miressi con Zazzeri, Frigo e tanti altri. Di conseguenza anche quest’anno è giusto creare quelle squadre non all’americana. Più i ragazzi sono affiatati e più possono fare la differenza. Lo scorso anno dicevano che non potevano essere competitivi come due anni prima e sono andati più forti“.
Carlos D’Ambrosio è il più giovane di questa spedizione. Cosa significa per lui questa competizione e cosa si può dire in chiave futura per il classe 2007?
“Io spesso più in chiave olimpica ho sentito parlare di fenomeni e dicevano che andavano alle Olimpiadi per fare una bella esperienza e poi puntare al futuro. Ma bisogna pensare subito al presente. Carlos andrà lì per fare la sua staffetta e deve pensare in grande. E’ più semplice. Ovvio che le cose possono andare bene come no. Tre anni fa la Pilato è stata buttata fuori nelle batterie. Carlos ha fatto 1’46” e perché non pensare più grande e diventare protagonista nella 4×200. Affiancare gli altri. Megli nuota 1’45”, gli altri nuotano 1’47”. Lanciati tutti possono fare una media di 1’45“.
Capitolo staffette. Solo la 4×100 da medaglia?
“La realtà è questa. La staffetta veloce è quella di punta. Ha molta esperienza. Ogni atleta si sente protagonista. Prima ho detto che è importante essere simili per creare una sana competizione. La 4×100 mista mista senza un delfinista da 51″0 la vedo difficile. Anche se hai in squadra gente come Ceccon, Martinenghi e un centista“.