Ritiro Carini, la pugile italiana in esclusiva: “Ha sbagliato. Vi spiego il perché”

Vissia Trovato, pugile italiana professionista con diversi titoli in bacheca, in esclusiva ai nostri microfoni sul caso Khelif e sul ritiro della Carini.

La Carini ha fatto bene a ritirarsi dopo 46″ nel match contro la Khelif? A questa domanda negli ultimi due giorni sono arrivate risposte diverse. La decisione dell’azzurra ha sicuramente diviso l’Italia (e non solo).

Esclusiva Vissia Trovato ritiro Carini
Angela Carini – cityrumors.it – foto Ansa

La nostra in redazione ha posto questa domanda a Vissia Trovato, una pugile italiana professionista che in carriera ha conquistato il titolo europeo, quello mondiale Ibo e intercontinentale WBA.

Trovato: “La Carini ha commesso un grave errore. Ma la colpa non è solo sua”

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Vissia Trovato – cityrumors.it – foto Instagram

Vissia Trovato, allora partirei proprio dalla scelta di Angela. La condividi oppure no?

No, non sono d’accordo con la Carini. Aveva due possibili: evitare di non combattere come altre pugili hanno fatto. Sarebbe stato perfettamente lecito. Se scegli di salire sul ring si apre tutto un altro panorama. E la decisione dell’azzurra, almeno per me, non dipende solo da lei, ma da tutta la Federazione. Il come comportarsi in una situazione simile deve essere deciso da tutto il team tecnico e non solo dall’atleta. Quindi io nello specifico la conosco poco e non voglio saltare a conclusioni. Dopodiché io credo che il pugilato sia fortemente improntato su quello che è il lavoro dell’angolo e dell’atleta. Per questo si deve salire completamente convinto del supporto del team. Se loro ti dicono tu puoi affrontare questa avversaria combatti fino alla fine. La Carini non è entrata nel match. Il pugno poteva essere forte, ma non l’ha mandata ko (e a quanto sembra l’algerina non ha mai messo nessuno ko) e non le ha rotto il naso. Nella boxe si prendono i pugni. Questi fanno male, ma non mi sembra dopo uno possa decidere di non andare avanti. Però ripeto. Qui è mancato un lavoro di preparazione mentale. Non erano pronti ad affrontare l’avversaria. Poi io comprendo che una arriva alle Olimpiadi e si trova davanti ad una situazione simile è una sfida. Le altre in diverse categorie di peso non avevano questo problema. Probabilmente anche io avrei sbattuto la testa contro il muro, ma una volta che decidi di giocartela, fallo bene“.

Come mai il Cio l’ha ammessa nonostante l’esclusione alle altre manifestazioni?

C’è un discorso politico tra gli interessi dell’Iba e del Cio, ma non vorrei entrare nello specifico. Il motivo per cui il comitato olimpico l’abbia ammessa e Iba no questo non si è molto capito. Da quello che ho letto e sentito non sono state molto chiare le motivazioni di queste scelte“.

Cosa significa per una ragazza combattere contro Khelif? Quali sono i rischi?

Io non lo so cosa significa combattere questa atleta, ma posso fare delle valutazioni in base ai numeri. La Khelif ha vinto spesso, ma non sempre e i successi non sono arrivati per ko. Quindi evidentemente non è una killer, ma una pugile molto forte. Ne abbiamo tante. Prima o poi nella carriera di tutte si arriva ad affrontare quella con le mani pesante. Per cui ripeto: se tutto rientra all’interno dei parametri, si può sperare solo a non incontrarla, ma fa parte del gioco. Se così non è perché effettivamente i livelli del testosterone è alto, semplicemente gli incontri non devono esserci. Non lo reputo equo. Se poi domani si arriverà a fare degli incontri misti, allora le cose cambierebbero. Ma in questo momento non riesco a immaginare una cosa simile“.

Per chiudere. Quale può essere la soluzione definitiva?

Non ho una soluzione. Sicuramente quello che a me non è piaciuto per niente da parte della Federazione pugilistica italiana, ma anche da parte di altre, è che alcune problematiche vengono sollevate solamente quando fa comodo. Questa atleta ha fatto dei tornei di qualificazione, si sapeva che il problema esisteva e non capisco per quale motivo non ci sono stati incontri tra le Federazioni per scegliere un fronte comune“.

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