In una intervista l’ex campione del mondo del nuoto si racconta a cuore aperto tra una squalifica per doping poi annullata, un matrimonio felice e una figlia come medaglia più bella dalla vita
Potremmo definirlo il ragazzo dalle sette vite come i gatti. Il nuotatore che da ranista è diventato fenomeno nello stile libero, tanto da essere soprannominato Re Magno. Campione mondiale nel 2005 e 2007, poi fidanzato d’Italia in quanto compagno della collega sportiva Federica Pellegrini, quindi protagonista televisivo all’Isola dei famosi, fino all’accusa di doping che poteva macchiargli una carriera straordinaria.
Filippo Magnini è considerato dagli addetti ai lavori il miglior stileliberista italiano di sempre nelle distanze brevi. Nel corso della sua carriera è stato due volte campione mondiale nei 100 metri stile libero nel 2005 e nel 2007. Ha vinto anche due titoli mondiali in vasca corta e complessivamente diciassette ori europei. A 42 anni si è rimesso in gioco nei Master e nel febbraio scorso in tre giorni ha vinto l’oro nei 100 metri stile libero, con nuovo record, nei 50 rana e nei 50 metri stile libero ai mondiali di categoria a Doha.
Il nuoto italiano negli ultimi anni è diventato una potenza di livello mondiale, abbiamo campioni in grado di sbaragliare la concorrenza dei più forti nuotatori del pianeta tanto da salire sul gradino più alto del podio in mondiali e Olimpiadi come mai prima nella storia. Una scuola, quella italiana, cresciuta dietro ad atleti straordinari come Federica Pellegrini, Giorgio Lamberti, Domenico Fioravanti e Filippo Magnini. Proprio Magnini è stato un esempio di una nuova generazione di velocisti che ora stanno facendo sognare l’Italia. La sua è stata senza dubbio una carriera straordinaria in uno sport duro, dove devi combattere prima di tutto con te stesso ogni giorno figuriamoci quando devi anche resistere a una pressione mediatica che ti potrebbe schiacciare. Magnini è stato senza dubbio uno dei più forti nuotatori al mondo. Campione del mondo per due edizioni consecutive nei 100 metri stile libero, la gara più iconica del nuoto, una love story con la Divina Federica Pellegrini, che ha portato più gossip che momenti felici, e poi quella maledetta storia di doping con la susseguente squalifica per quattro anni, prima però di essere completamente scagionato non senza essere passato per il classico e aberrante tritacarne mediatico.
Re Magno, come era soprannominato con tanto di corona in testa quando era l’uomo in acqua più veloce al mondo, ha saputo tirare dritto per la sua strada, costruirsi una vita fuori dalla piscina, una famiglia e ora ha anche riscoperto il piacere, a oltre quaranta anni, di tornare a gareggiare nelle gare di categoria. “La longevità si mantiene non fermandosi mai. Se una persona continua a fare lo sport come ha sempre fatto da giovane i “peggioramenti” saranno minimi. Più ci si ferma e più il periodo di stop è lungo più sarà difficile la ripresa”, ha affermato l’ex campione del mondo quando ha vinto tutto ai mondiali Master di Doha nell’inverno scorso. Oggi è ancora un atleta felice, un marito appagato, ma soprattutto un padre in pace con se stesso. Ma quella storia del doping resta sempre lì a ricordare quello che la vita a volte può metterti di fronte. “Mi ha rafforzato nel carattere. Molti, nella mia situazione, sarebbero crollati sotto il peso di un teorema costruito sul nulla. Inoltre ho capito come il doping sia un tema delicatissimo che avrebbe bisogno in Italia di giudici competenti e regole certe. Purtroppo non è così”, ha infatti spiegato sul Giornale in edicola oggi. Ritrovarsi sbattuto in prima pagina come un truffatore non deve essere facile da gestire, “da sempre sono un atleta corretto“, aggiunge Magnini, “ero innocente, ma nel 2018 venni squalificato lo stesso. I media mi massacrarono. Carriera bruciata. Beffa atroce” almeno nel 2020 il Tas (Tribunale arbitrale internazionale di Losanna), nel 2020 l’ha totalmente riabilitato tanto da affermare che un caso del genere non doveva neanche arrivare fino a loro vista l’evidente tanto infondatezza. Oggi ha davanti una nuova fase della vita senza più paura del futuro, “rassegnarsi non è il termine corretto. Io sono molto più felice adesso di quando salivo sul gradino più alto del podio. Ho una figlia meravigliosa: la medaglia d’oro più gratificante è vederla crescere”.
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