eSi tratta della nuova vita di Philip Mulryne, per tredici anni calciatore professionista ora devoto alla chiesa e alla sua fede
Da calciatore a prete. L’ex centrocampista del Manchester United e del Norwich è ora conosciuto come Frate Philip Mulryne, sacerdote dell’Ordine Domenicano. Ha fatto 13 anni come giocatore professionista, dopo essere stato notato da uno scout dello United mentre giocava nella sua città natale di Belfast quando aveva 14 anni. Ha subito firmato con i Red Devils diventando professionista nel 1994. Il suo debutto in Premier League è avvenuto nell’ultima giornata della stagione 1997/98 contro il Barnsley. Dopo di che si è trasferito al Norwich, dove è rimasto per ben sei stagioni collezionando 172 presenze e segnando 20 gol.
Dopo la retrocessione del club nel 2005 ha girato diverse squadre: dal Cardiff al Leyton Orient, fino all’Ipswich, al Bournemouth, al Brighton, al Legia Varsavia e al Barnsley. Nel 2009 Mulryne ha deciso di tornare a Belfast per allontanarsi un po’ dal calcio. Aveva 29 anni, si era ripromesso di giocare almeno fino ai 35. Ma le cose sono andate diversamente. È stato infatti proprio a casa sua che ha ritrovato la fede e ciò che gli piaceva davvero.
Tutta la vicenda
Mulryne ha iniziato a seguire la sua vocazione religiosa lavorando duramente e studiando filosofia e teologia. È diventato sacerdote nel luglio 2017. Al sito web ufficiale del Norwich ha raccontato: “È difficile definire un momento particolare. Direi che tutto è iniziato durante il mio ultimo anno a Norwich. Non ci pensavo in quel momento, ma ho iniziato a sentirmi insoddisfatto del mio stile di vita. Abbiamo una vita meravigliosa come calciatori e sono stato molto privilegiato, ma ho scoperto che con tutto ciò che mi circondava alla fine c’era una sorta di vuoto. Sono rimasto piuttosto scioccato: perché non sono felice quando ho tutto ciò che desiderano i giovani? Mi sono avviato in un viaggio verso l’esplorazione della mia fede, la fede che avevo da giovane”.
“Ho fatto volontariato in un rifugio per senzatetto per un po’, ho ricominciato ad andare a messa e a pregare regolarmente. Ora ho un vero senso di appagamento. Il calcio era pieno di alti e bassi e questo è qualcosa che mi dà un costante senso di tranquillità e serenità. La mia vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa è arrivata più tardi, nel corso di un anno in cui ho sentito questo forte desiderio di avere questo stile di vita. Ci sono rimasto per alcuni mesi, poi ho avuto il coraggio di esplorarlo e ho preso la mia decisione definitiva. Sono tornato a praticare la mia fede attraverso l’esempio di mia sorella, ho iniziato per la prima volta a prendere tutto in modo molto personale. Questo mi ha portato a scoprire la fede per la prima volta in un modo molto più profondo e a prendere la decisione di lasciare la mia carriera calcistica, tornare a Belfast e perseguire questa vocazione”.