Governo Meloni in bilico, caos Decreto Crescita

Il tema del Decreto Crescita legato allo sport continua ad agitare il governo: sarà scontro duro tra la Lega e Forza Italia

In mezzo ai venti di guerra che soffiano e ai delicati rapporti, politici ed economici, con il resto dell’Europa, non è certo il tema principale. Ma è indubbio che il Decreto Crescita e la sua abolizione stiano creando scompiglio all’interno del Governo Meloni.

Governo Meloni, il Decreto Crescita agita le acque: ecco cosa sta succedendo
Governo Meloni, il Decreto Crescita agita le acque (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Tutto è partito nei mesi scorsi, con la decisione di non prorogare la norma che negli ultimi anni aveva permesso ai club italiani di reggere in parte la concorrenza che le big estere. Il principio di partenza del decreto era corretto. Riportare in Italia, a tutti i livelli, i migliori talenti del lavoro emigrati all’estero per motivi fiscali e di migliori condizioni lavorative.

Un’interpretazione allargata e legale che aveva consentito alle società sportive, non solo quelle calcistiche, di ampliare le loro rose puntando su alcuni big stranieri. Assumerli, perché di fatto sono dei datori di lavoro, pagando meno tasse e facendone pagare meno anche agli sportivi. Un motivo in più quindi per attrarli verso i campionati italiani.

Tutto ha retto fino allo scorso autunno, quando all’interno dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha preso piede invece l’idea opposta. Perché il Decreto Crescita, così come tutte le altre agevolazioni fiscali, deve essere sostenuto economicamente dallo Stato. E invece il governo ha deciso di destinare quei fondo ad altro.

Caos Decreto Crescita, le diverse posizioni all’interno del governo: è scontro

L’idea è quella di proporre un emendamento nella legge di conversione del Decreto Milleproroghe. Come ha anticipato il quotidiano La Stampa, Forza Italia ha chiesto di ripristinare il beneficio fino al 2028 nella stessa forma. Reintrodurre quindi la possibilità per i calciatori che vengono in Italia dall’estero di approfittare una fiscalità più vantaggiosa.

In realtà però lo scontro è già partito. Perché il ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, lo aveva già bollato come deleterio. Secondo lui era colpa anche di quelle agevolazioni se i vivai italiani, o meglio quelli dei giocatori italiani, non decollavano perché penalizzati dall’acquisto di troppi stranieri.

Giocatori stranieri in Italia, è scontro: governo diviso
Giocatori stranieri in Italia, è scontro (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Una posizione condivisa dal vicepremier e ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini. Durante la sua recente visita al Viola Park, il nuovo bellissimo centro di allenamento della Fiorentina, lo ha ribadito chiaramente.

Sono contento di aver messo la parola fine ad un evidente pregiudizio e una forma di concorrenza sleale ai vivai italiani, quindi ai ragazzi e giocatori italiani. Se devo pensare ad una agevolazione, preferisco farlo sui ragazzi che crescono nei nostri settori giovanili. Meglio questo che andare a comprare improbabili terzini o attaccanti dall’altra parte del mondo”.

Il dibattito è aperto e in Commissione all’interno della maggioranza sarà scontro. Anche perché Claudio Lotito ha idee decisamente diverse e ha fatto un esempio che sa di frecciata ai rivali cittadini. Secondo lui, senza il Decreto Crescita, Mourinho e Lukaku non sarebbero mai andati alla Roma e quindi non avrebbero mai pagato le tasse in Italia. Ecco perché, per il bene del Paese, questa norma è necessaria.

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