La Procura di Roma ha concluso l’inchiesta Prisma con le richieste finali per le accuse di aggiotaggio, ostacolo a vigilanza e false fatturazioni dei dirigenti bianconeri
L’indagine si era mossa nel novembre del 2021, riguardava principalmente la compravendita di giocatori nel triennio 2019-2021 e la sua gestione nei bilanci. Poi era venuta alla luce la cosiddetta “manovra degli stipendi”, relativa a diverse scritture private con accordi che non dovevano esistere tra il club e alcuni giocatori e in particolare la famosa “Carta Ronaldo”, un accordo extra contratto siglato con l’asso portoghese.
E’ arrivata a conclusione con le richieste della Procura di Roma l’indagine sui conti della società bianconera che era stata avviata a Torino e che vedeva convolta la dirigenza della Juventus di allora al completo, non solo quindi il presidente Andrea Agnelli, ma anche Nedved, Paratici e Arrivabene. Il procedimento era stato spostato presso la Procura di Roma dopo la decisione della Cassazione che aveva dichiarato l’incompetenza territoriale della Procura di Torino.
Plusvalenze fittizie e manovre sugli stupendi. Questi i due filoni d’inchieste parallele che avevano sconvolto il calcio italiano e non solo alcuni fa e avevano visto coinvolta la più vincente società di calcio italiano. La Juventus, proprio in seguito all’apertura di quelle inchieste, si era vista penalizzare di 10 punti nella classifica finale della stagione 2020-21 e poi era stata privata dalla UEFA anche della qualificazione ottenuta sul campo alla Conference League. Oggi sono arrivate le decisioni penali per quanto riguarda l’intera dirigenza bianconera. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di una decina di persone, tra le quali anche gli ex vertici della Juventus proprio nell’ambito dell’indagine “Prisma”, arrivata nella Capitale da Torino. Nell’inchiesta sono coinvolti, tra gli altri, l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene. Le accuse, a vario titolo, sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. In particolare, secondo l’accusa, si ipotizzano plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid-19.
Tutto cominciò quel lontano 26 novembre 2021, quando la Guardia di Finanza si presentò a Torino e Milano per perquisire le sedi della Juventus, alla ricerca di documenti relativi alla compravendita di giocatori e alla formazione dei bilanci per il biennio 2019-2021. L’inchiesta sportiva fu abbastanza rapida mentre come sempre quella ordinaria ci ha messo più tempo per chiudere le indagini, arrivando alla richiesta di rinvio a giudizio per l’ex numero uno del club Andrea Agnelli e per gli altri soggetti della dirigenza bianconera di allora, nei confronti dei quali le accuse sono, a seconda delle posizioni, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.
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