Juventus, il centrocampista dei bianconeri Paul Pogba decide di vuotare il sacco e di raccontare tutto quello che è successo
Non un periodo facile, dal punto di vista sportivo, quello che sta vivendo Paul Pogba. Il classe ’93, infatti, pochi mesi fa è risultato positivo ad una sostanza che ne migliorerebbe le sue prestazioni. Associata proprio al doping. In questo momento, ovviamente, non è utilizzabile dal tecnico Massimiliano Allegri. Il giocatore rischia seriamente di ricevere una squalifica di ben quattro anni. Nel frattempo, però, emergono nuovi ed importanti dettagli su un’altra vicenda che riguarda da vicino l’atleta.
Bisogna tornare indietro di un paio di anni, precisamente nel marzo del 2022, quando è diventato di dominio pubblico la vicenda del sequestro di Paul Pogba. A quanto pare ci sarebbe una vera e propria svolta su quanto accaduto. Secondo quanto riportato dall’Equipe (che ha esaminato i documenti di questa inchiesta) non ci sarebbero sconosciuti o malviventi dietro l’aggressione con armi.
Allora chi? A quanto pare alcuni amici dell’ex Manchester United. In particolar modo verso uno dei migliori amici di Pogba, tale Adama C. Per quest’ultimo scattarono le manette nello scorso marzo. Beccato per via di alcuni messaggi telefonici emersi dalle indagini sulla sua utenza. Anche perché, proprio a suo nome, c’era anche l’affitto dell’appartamento dove era stato portato il giocatore ancora sotto contratto con la Juventus.
Sequestro Pogba, possibile svolta nelle indagini: le ultime
In quella occasione il giocatore aveva affermato che anche il suo storico amico aveva subito quel tipo di trattamento (sequestrato e portato in un appartamento con tanto di minaccia di uomini armati). Ed invece, secondo alcune indagini da parte delle forze dell’ordine francesi, pare che l’amico abbia “manovrato per organizzare il sequestro“. Insomma, dietro a tutto questo c’era proprio questo Adama C.
Il tutto con un obiettivo economico: quello di riuscirsi ad intascare una cifra che si avvicina ai 25 milioni di euro, poi scesi a 13 in modo da ottenere un milione a testa. Non è finita qui visto che c’è un altro aneddoto che non era mai stato reso noto.
Dopo la morte del suo storico manager, Mino Raiola, avrebbero voluto anche prendere in carico la gestione dei diritti d’immagine del giocatore. Tanto è vero che avevano deciso di presentarsi fuori il centro sportivo di Vinovo per costringere il giocatore. Tanto p vero che anche il fratello del 30enne, Mathias Pogba, è intervenuto. Per lui è partita l’inchiesta per tentativo di estorsione e non per il sequestro.