E’ il momento delle lacrime in Serie A, un uomo simbolo di una delle big del calcio italiano si è spento improvvisamente
Il calcio è lo sport più amato al mondo non soltanto perché è composto di regole piuttosto semplici, che permettono a chiunque di giocarlo anche improvvisando per strada un campo e delle porte con gli amici, ma anche per le emozioni che sa regalare da sempre agli appassionati. Durante i 90 minuti di una partita tutto, o quasi, è possibile.
Sono emozioni che conosciamo tutti e che ci fanno legare in maniera spontanea ai protagonisti di questo splendido gioco. Ma non parliamo solamente dei giocatori e degli allenatori, anzi. Un ruolo molto importante spesso e volentieri lo rivestono anche coloro che il calcio lo raccontano e che dunque riescono a veicolare e far arrivare a noi quelle sensazioni uniche.
Ed è per questo che da qualche giorno l’ambiente di una delle squadre più seguite in Serie A è in lutto, per la scomparsa di un personaggio amatissimo, che ha rappresentato un vero e proprio simbolo.
Si è spento all’età di 76 anni Alberto Mandolesi. Un nome molto conosciuto nella Capitale, come musicista, giornalista e storica voce delle partite della Roma a livello radiofonico e non soltanto.
Fin dal 1975, fondando una propria emittente privata, aveva iniziato a raccontare le gesta del club giallorosso. In carriera, da parte sua, oltre duemila radiocronache delle partite della Roma, con alcuni momenti storici, come quelli della conquista del secondo scudetto, della cavalcata in Coppa dei Campioni nel 1984 interrotta soltanto nella finale casalinga contro il Liverpool, del debutto di Francesco Totti nel 1993 che fu proprio lui a raccontare in diretta, intuendo da subito il talento del giovane attaccante, che sarebbe diventato un volto imprescindibile per la Roma negli anni a venire.
Mandolesi aveva anche partecipato a numerose trasmissioni televisive in veste di commentatore. Ma negli ultimi tempi le sue condizioni di salute si erano aggravate. In occasione di Roma-Inter, poco prima della sua scomparsa, gli era stato dedicato uno striscione all’Olimpico e lui, tramite i social, aveva ringraziato il suo pubblico.
Ma soltanto poche ore dopo sarebbe poi morto, destando grande commozione in tutto l’ambiente romanista. Il mondo dei tifosi e del giornalismo romano, e non solo, saluta una voce entrata nella leggenda.
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