Mancano pochi giorni all’apertura del mercato di gennaio, quello che di solito serve per ‘aggiustare’ in corsa la squadra, ma la storia insegna che il “bidone” è sempre dietro l’angolo
Per gli appassionati di calcio e per tutti i tifosi il calciomercato ha sempre rappresentato una fiera dei sogni. Una lunga lista di probabili e possibili nomi di calciatori che dovrebbero rappresentare l’acquisto boom che spariglia le carte e trasforma la propria squadra del cuore in una corazzata invincibile. Ma la storia ci ha insegnato che il più delle volte non è proprio così, anzi sono tanti, forse troppi i carneadi arrivati tra squilli di trombe e suoni di fanfare e rivelatesi invece delle meteore sparite senza lasciare nessun tipo di rimpianto.
C’è il bomber caduto in disgrazia, la stella in declino o il colpo esotico che nessuno si aspettava, l’ex campione da rilanciare, o la sorpresa che nessuno conosce, l’unico punto in comune però resta quello del fallimento, di sogno andati in frantumi tra panchine e tribune senza essere riuscito a realizzare tutti i bei propositi che lo avevano accompagnato.
Il calciomercato estivo è quello che consegna ai vari allenatori la rosa per affrontare la stagione al meglio. Tra obiettivi realizzati o soltanto immaginati, sarà il campo poi a delineare le gerarchie e a far capire se tutte le mosse fatte a luglio e agosto sono andate a buon fine, altrimenti c’è sempre il mercato di riparazione di gennaio a regalare nuove utopie da acquistare e da presentare ai tifosi sempre pronti a credere al colpo di mercato da andare ad accogliere all’aeroporto. Ma da sempre il calcio presenta un conto preciso a tutti gli addetti ai lavori ed è quello del rendimento sul campo, quello è il giudice supremo e la storia insegna che molte volte questo conto è davvero salato e le meteore, i flop o i bidoni arrivati sono così tanti che hanno fatto epoca.
Nessuna squadra ne è esente, tutte hanno degli scheletri negli armadi di acquisti toppati clamorosamente che non hanno minimamente inciso sul rendimento della squadra. Inter, Milan, Juventus Roma, Napoli, tutte hanno sbagliato qualcosa o qualcuno nel mercato di gennaio, da Fabio Junior ad Anelka alla Juve, da Maniche a Jose Mari, da Esnaider a Henry, fino ad arrivare a Batistuta passato dalla mitraglia quando era alla Fiorentina e alla Roma, al fucile a turaccioli una volta passato all’Inter. Ma la listya è davvero lunghissima.
In fin dei conti si chiama mercato di riparazione apposta perchè dovrebbe permettere alle società di riparare ad errori di valutazione o a ruoli rimasti scoperti, ma molte volte diventa un ulteriore sbaglio che non fa altro che appesantire il bilancio senza apportare nulla dal punto di vista tecnico. Sia che si tratti di un giocatore importante, ma sul viale del tramonto che prova a rilanciarsi in una piazza diversa, sia se arrivi un calciatore sconosciuto ai più, da un campionato meno famoso, ma accompagnato da chissà quali aspettative.
Come non pensare a Gilberto all’Inter perchè molto amico di Ronaldo il fenomeno, Jose Mari al Milan perchè sponsorizzato da kaka, Mario Jardel cecchino infallibile dalle polvere bagnate quando arriva all’Ancona, Marcio Amoroso o Cesar che non hanno saputo replicare all’Inter quello fatto in Serie A fino a quel momento, l’ex Chelsea Essien che al MIlan ha fatto la comparsa, Podolsky enfant prodige tedesco mai visto all’Inter, Postiga e Saha che in due non hanno fatto mezzo Miro Klose alla Lazio. Ma anche Gustavo Gomez, Hector Moreno, Despodov, Mattioni, Navarro, Datolo, Hitzsperger, Doumbia, Rolando, Radosevic e un altro paio di dozzine di giocatori che ancora fatichiamo a capire perchè siano mai arrivati nel nostro campionato.
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