Una finale contestata e la sfuriata del ct Cerioni contro i giudici. Ora la Federscherma e Malagò protestano, trema il Cio
Tutti contro gli arbitri. Non è calcio, ma è scherma e sono le Olimpiadi. E non è il classico modo italiano di prendersela con i direttori di gara, ma una situazione clamorosa che ha messo in imbarazzo il movimento della scherma. Non è complottismo, ma la cronaca reale e vera di quello che è successo.
Una scena incredibile, con Filippo Macchi che tocca per ben tre volte il suo avversario nella finale dell’oro del singolare di fioretto contro l’atleta di Hong Chong Ka Le Cheung. Un momento di pausa per rivedere l’azione al monitor, avere la certezza di aver vinto, ma vedere l’arbitro che invece assegna la vittoria e l’oro all’avversario. Apriti cielo.
Una scena alla quale il ct Stefano Cerioni, campione olimpico a Los Angeles e Seul, che non accetta e va giù di brutto. Una gara che è cominciata alla grande per Filippo Macchi che va subito sul due a zero, poi Cheung riprende e si va avanti praticamente insieme, almeno fin o al 14-14. Un finale scioccante e pieno d’ansia, ma l’atleta azzurro fa il suo dovere e tocca per ben tre volta l’avversario, ma invece è stata giudicata buona la stoccata di Cheung.
Un finale thrilling, stoccata di entrambi, esultano tuti e due, attacco e contrattacco. Decide il video ma è una chiama che dura tantissimo: il giudice non decide. Non esprime e non dice nulla. Cerioni non è d’accordo ma non è il momento di polemizzare. Tutto da rifare: luce bianca, bersaglio non valido sia per Filippo che per Cheung. Seconda chiamata al monitor, una specie di Var. Ancora i giudici non decidono. Si va avanti
Niente. E allora di nuovo in pedana: parata e risposta di Macchi. E di nuovo al video per la terza volta, ma stavolta il braccio, secondo l’arbitro tanto contestato, indica l’hongkonghese. E così Cheung è medaglia d’oro olimpica per la seconda volta consecutiva.
Mentre tutto sembra finito, ecco che scatta la polemica finale di Stefano Cerioni, ct e campione olimpico per ben due volte nella sua carriera. C’è rabbia, e anche tanta pure a livello dirigenziale.
Non ci sta la Federscherma che non calma per niente l’allenatore Cerioni che continua ad andare avanti e indietro e punta il dito contro gli arbitri. Non fa nulla il presidente Azzi per calmare la situazione anzi l’inasprisce sempre di più perché protesta formalmente contro la federazione internazionale chiedendo spiegazioni.
Non la prende bene nemmeno il presidente del Coni Giovanni Malagò che protesta ufficialmente e se la prende con tutti, si sente derubato e non lo nasconde: “Il tema è semplice: se hai 6 arbitri e ne sorteggi uno che è coreano, l’altro, che poi è il principale, non può venire a sua volta dall’Asia. Possono essere gli arbitri migliori del mondo, ma non può funzionare così. Almeno uno dei due deve venire dall’Europa o dall’America, o dall’Africa o da dove volete voi ma non, appunto, dall’Asia. In nessun altro sport al mondo ci sono due arbitri di Paesi vicini a quello di uno dei due finalisti”
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