Lotito: “Sul decreto crescita, il governo fa demagogia. Un esempio? Lukaku andrà via…”

Il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia al Foglio torna a parlare della norma per il calcio che è stata cancellata: “Hanno ricevuto una lettera della Lega di A e buttata nel cestino”

Una norma che sta facendo discutere. E ha gettato nel panico tante società di calcio, anche se l’unico a parlare in un certo modo è sempre e solo il presidente della Lazio Claudio Lotito che in questi giorni di festa è a Cortina, nella sua casa, a riposarsi, ma allo stesso tempo a replicare a tutti quelli che gli si rivoltano contro sulla norma aiuta-calcio che si chiama Decreto Crescita ed è stata cancellata in tutti i suoi effetti e agevolazioni. “Ma ve pare che se era una cosa che dovevo gestire io me ne andavo in montagna a dormì? Sapete come si dice: con Lotito risultato garantito”, sottolinea il presidente della Lazio che è vero che non ha seguito, ma era interessato, eccome. “E’ un emendamento che è stato presentato da Adriano Galliani. Certo, io ero d’accordo, come qualsiasi persona di buonsenso”.

Il presidente
Il presidente della Lazio Claudio Lotito (Ansa Cityrumors.it)

 

La maggioranza di Governo ha deciso di non dare più soldi ai giocatori ricchi per privilegiare i vivai, così almeno ha detto e fatto capire il segretario della Lega e Ministro Matteo Salvini, ma Lotito la prende con filosofia e sta attento a dosare le parole: “Questa soluzione è demagogia pura. Come si farà adesso ad attrarre i giocatori migliori? Non è un problema del calcio, ma di tutto lo sport”. E sul fatto che Salvini la reputi immorale, il patron della Lazio e senatore di Forza Italia, che fa parte della stessa maggioranza, dice: “Immorale? Che vuole che je dica: come dice Gianbattista Vico, ci sono i corsi e i ricorsi storici”.

“Voglio vedere la Roma come fa a trattenere i Lukaku, o a pagare lo stipendio di Mourinho”

La decisione
Il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia Lotito che discute con Galliani (Ansa Cityrumors.it)

 

Su chi dice che con questa norma si distruggevano i vivai, Lotito quasi esplode: “Chi dice che così si rovinano i settori giovanili non capisce niente, come Umberto Calcagno (presidente dell’Associazione italiana calciatori). Cosa succederà? L’anno scorso abbiamo avuto tre squadre italiane finaliste nelle coppe europee. Da adesso in poi sarà molto più difficile essere competitivi. Spiegatemi voi come farà adesso, per esempio, la Roma a trattenere i Lukaku, i Mourinho, come fa a pagargli lo stipendio? Non è un problema solo del calcio, ma di tutto lo sport. Il basket italiano ha due squadre che possono competere per l’Eurolega. Ora si bloccherà tutto”.

Tanti attaccano Lotito, tutti lo chiamano, anche se lui con questa norma e decisione non c’entra nulla: “Cercate solo un parafulmine. Dopo il Covid ho solo chiesto risorse che spettavano ad altri settori. Anche sulla rottamazione delle scadenze: personalmente io che me ne faccio? Niente. Sono solo norme per cercare di essere meno discrezionali. Adesso lo stato, con l’addio agli sgravi, rinuncia a un gettito importante. Contenti loro”. Quello che dà fastidio a Claudio Lotito, che non è solo un senatore di Forza Italia ma anche il presidente della Lazio e componente della Lega di serie A, è una cosa sola: “Hanno preso la lettera scritta dal presidente della Lega Serie A, sottoscritta all’unanimità da tutte le squadre, e l’hanno buttata nel cestino. Questa proprio non l’ha digerita

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