Un passato fatto di vittorie e record in serie, un futuro di silenzi e misteri sulla sua situazione. Il presente del grande campione tedesco dice che sono passati 10 anni da quel tragico incidente
Da dieci anni la vita del pilota diventato una leggenda della Formula 1, capace di vincere sette titoli mondiali, due con la Benetton (1991-1995) e ben cinque consecutivi con la Ferrari tra il 2000 e il 2004, non è più la stessa, congelata in un tempo fuori dal tempo, lontano dai riflettori puntati per tanti anni su di lui e sui suoi successi. Il decimo anniversario dell’incidente di Michael Schumacher non solo evoca tristezza e nostalgia, ma solleva anche domande sul futuro del leggendario pilota, il cui destino rimane avvolto nel mistero, custodito gelosamente dalla famiglia Schumacher.
Michael Schumacher è considerato uno dei migliori piloti di tutti i tempi in Formula 1. Insieme a Lewis Hamilton è il più vincente nella storia della Formula 1, con 7 titoli mondiali. Soprannominato Kaiser, detiene alcuni primati della Formula 1 avendo conseguito, oltre ai titoli iridati, anche il maggior numero di giri veloci in gara e di hat trick, ovvero pole position, vittoria e giro più veloce nello stesso Gran Premio. Fino al 13 ottobre 2013 ha detenuto anche il record assoluto di punti in carriera, è al secondo posto per numero di gare vinte (91), podi (155) e pole position (68), in tutte e tre le graduatorie dietro al solo Hamilton.
Dal mito al dramma
Sono passati 10 anni dal tragico incidente sugli sci che ha coinvolto il 7 volte campione del mondo di F1 Michael Schumacher e sulle sue condizioni di salute vige il più stretto riserbo per precisa volontà della famiglia. Era il 29 dicembre 2013, una data che tutti ricorderanno di sicuro. Durate una vacanza sulla neve di Meribel, l’ex pilota tedesco scioccava il mondo con un incidente che gli è quasi costato la vita, ma che in ogni caso ha cambiato completamente la sua esistenza e dei suoi familiari. Un masso nascosto dalla coltre bianca, una stupida caduta e la testa che va a sbattere proprio sul quell’insidia nascosta. Le conseguenze sono state drammatiche, i danni cerebrali enormi, tanto che da quel giorno nessuno ha saputo più nulla sulle sue reali condizioni a parte la famiglia e i pochissimi amici fidati. La moglie Corinna ha trasformato in un fortino impenetrabile la villa di Gland, l’esclusiva residenza nella piccola cittadina sul lago di Ginevra dove il sette volte campione del mondo vive, accudito dalla famiglia, da un’equipe di infermieri e terapeuti, e gelosamente protetto dalla curiosità dei media.
Un tragico destino
E’ paradossale pensare come un pilota abituato a sfrecciare a oltre 300 km/h tra i muretti di un circuito, a evitare le insidie delle curve, dei cordoli, dei sorpassi più difficili, sia rimasto vittima di un destino così drammatico. Campione inarrivabile, i record che ha saputo scrivere nella Formula 1 saranno probabilmente battuti uno a uno, ma nessuno saprà raggiungere l’alone di imbattibilità e leggenda che aveva raggiunto l’ex pilota tedesco. Un destino avverso lo ha privato di una vita normale e la passione, la competenza, l’amore per le corse avrebbe saputo trasmetterla ai futuri piloti. A rompere il silenzio della famiglia di questi anni, sono state le scarne, ma franche parole del fratello Ralf Schumacher, alla vigilia di questo comunque triste anniversario: “Mi manca il mio Michael di allora”, ha detto al quotidiano tedesco ‘Bild’, il quarantottenne, anche lui ex pilota di Formula 1, che ha aggiunto: “La vita a volte è ingiusta, Michael è stato spesso fortunato nella sua vita, ma poi è successo questo tragico incidente. Grazie a Dio, grazie alle moderne opzioni mediche, si è potuto fare molto, ma niente è più come prima” e poi concluso, “posso dire che anche per me il suo incidente è stata un’esperienza molto brutta e di grande impatto”. Anche il figlio Mick, attualmente collaudatore Mercedes in F1, ha voluto far conoscere il suo pensiero in questo momento. “Credo che in questi casi si impari a percepire certi momenti in modo diverso. Impari ad apprezzare le piccole cose. Molte persone si concentrano troppo sulle cose brutte e non abbastanza sulle cose belle che ci sono ancora”.