Entro il 30 novembre le federazioni interessate, asiatiche o oceaniche, devono presentare una candidatura ufficiale alla FIFA, nonostante manchino ben 11 anni al torneo iridato
Dopo l’edizione contornata di polemiche varie, da alcune leggi in vigore nello stato arabo al calendario calcistico stravolto per tutte le federazioni occidentali, di Qatar 2022, sembra oramai spianata la strada alla seconda edizione della Coppa del Mondo di calcio in medio Oriente. L’Arabia Saudita resta oramai candidata unica per l’edizione del 2034 e quindi virtualmente già vincitrice.
Alcune settimane fa la Fifa aveva ufficializzato l’assegnazione del mondiale 2030 a Marocco, Spagna e Portogallo, con tre gare da disputare in Sudamerica tra Uruguay, Argentina e Paraguay. Un mondiale particolare perchè sarà quello che festeggerà i 100 anni dalla prima edizione. Nel 2034 si tornerebbe quindi alla sede unica, come d’altronde è sempre stato nella storia della Coppa del Mondo.
Il ritiro dell’Australia
L’Australia ha deciso di non candidarsi per la Coppa del Mondo 2034. La federazione australiana ha ritirato infatti la proposta entro la scadenza del 31 ottobre dopo che la Confederazione asiatica ha dato il sostegno alla proposta dell’Arabia Saudita. “Abbiamo esplorato l’opportunità di candidarci per ospitare la Coppa del Mondo FIFA e, dopo aver preso in considerazione tutti i fattori, siamo giunti alla conclusione di non farlo per il 2034” ha dichiarato Football Australia in una nota. La FIFA aveva dato mandato di organizzare l’edizione del 2034 soltanto alle federazioni appartenenti ad Asia o Oceania, per la solita alternanza tra continenti, visto che tutti gli altri ospiteranno le due edizioni precedenti. Nel 2026 l’America del Nord (USA, Messico e Canada) e nel 2030 sarà il turno di Sud America, Europa e Africa (Uruguay, Paraguay, Argentina, Spagna, Portogallo e Marocco).
Si torna nei paesi arabi
La ricerca di nuovi mercati calcistici ha fatto si che si andasse oltre oramai da anni della storia del football vera e propria, la prima volta in Qatar ha infranto l’ultimo diaframma della storia del calcio. Con la rinuncia della Federazione australiana, l’Arabia Saudita resta in corsa da sola e dopo l’arrivo di Ronaldo e i contratti milionari con tutti i diversi campioni, che questa estate sono arrivati nel campionato saudita, continua la sua corsa per diventare una superpotenza del calcio, con buona pace delle diverse associazioni per i diritti umani che temono un altro caso Qatar, dopo i numerosi morti nei cantieri per i nuovi stadi costruiti per l’edizione del 2022. “Io resto dell’idea, al di là che il 2034 è un orizzonte temporale lungo nell’ambito del quale mi auguro che alcuni equivoci democratici vengano definitivamente risolti, che i grandi avvenimenti, al di là della cautela dell’affidamento, possano essere uno strumento per velocizzare i processi di democratizzazione”, ha detto il ministro per lo Sport e per i Giovani Andrea Abodi, intervenuto sull’argomento.