Grande commozione per l’improvvisa scomparsa di un mito del calcio italiano: un ex storico compagno ha accusato il colpo
La portata della perdita, che sarebbe assolutamente riduttivo circoscrivere al pur immenso dolore che sta vivendo la città di Cagliari, patria d’adozione del formidabile ex attaccante, è stata tale che dopo l’intervallo della finale di Supercoppa tra Napoli ed Inter si è osservato un minuto di silenzio.
Impossibile ignorare, sebbene a migliaia di chilometri di distanza, ciò che era tristemente avvenuto in Sardegna. Dove, all’ospedale Brotzu di Cagliari, è morto Gigi Riva, il mitico attaccante azzurro ricoverato dalla giornata di domenica per un infarto che però non sembrava averlo lasciato in pericolo di vita.
Eppure, dopo un bollettino medico a suo modo rassicurante, il grande campione si è spento. Se n’è così andato, all’età di 79 anni, una delle figure iconiche del calcio italiano. Giocatore straordinario, recordman di gol con la maglia azzurra con 35 reti in 42 partite (stratosferica la sua media gol, pari a 0,83 marcature a gara), ‘Rombo di Tuono’ ha legato la sua fama soprattutto a due grandi eventi che lo hanno fatto entrare di diritto nella leggenda del calcio italiano.
Prima l’Europeo del 1968, il primo nella storia della nazionale italiana, conquistata assieme ad altri super campioni come Dino Zoff, Giacinto Facchetti, Gianni Rivera e Sandro Mazzola. E poi, subito dopo ma poco prima dell’incredibile avventura di Messico ’70, lo straordinario scudetto col Cagliari.
Un’impresa epica, destinata a restare un unicum negli almanacchi calcistici, portata a termine anche grazie ad un incredibile identificazione con la sua gente. La stessa che l’aveva adottato come figlio. Proprio lui, che era nato in provincia di Varese.
Lacrime nel ricordo di Gigi Riva, Dino Zoff non si contiene
A proposito dell’Europeo, e a proposito di Gigi Riva e Dino Zoff, era chiaro a tutti che tipo di legame ci fosse tra il guardiano della porta e il super bomber che le porte le abbatteva con il suo proverbiale sinistro. Non bastò nemmeno la loro grande amicizia a convincere l’attaccante a sposare la causa della Juve, che voleva riportare a Torino la magica coppia che faceva faville in azzurro. Troppo bandiera, Riva, per pensare di tradire la ‘sua’ Cagliari per soldi e scudetti che sarebbero probabilmente arrivati numerosi.
Insieme anche, uno in qualità di allenatore, l’altro da dirigente, nella sfortunata spedizione di Euro 2000, quando gli Azzurri andarono a pochi secondi dalla conquista dell’alloro continentale, Zoff e Riva erano amici veri. Sorprende dunque solo fino ad un certo punto la grande commozione espressa telefonicamente dalla leggenda friulana alla notizia della scomparsa del Mito.
“Sono distrutto, ancora non riesco a credere che non ci sia più, scusatemi…”, ha detto piangendo Dino Zoff, intercettato da Notizie.com. “Non ci sono parole per descrivere quello che sto provando, anche perché sono le classiche persone e uomini eccezionali che sai che ci sono, che sono lì“, ha continuato.
“In nazionale abbiamo vinto un europeo nel ’68, ma abbiamo fatto il militare insieme, eravamo sempre insieme, c’erano anche altri, ma lui era eccezionale. Per me è stato il più forte attaccante del calcio italiano, era la mia epoca, va bene, ma anche adesso non ce ne sono, mi dispiace“, ha concluso Zoff con il groppo in gola.