Ieri sera la grande cerimonia di chiusura ha fatto calare il sipario sull’edizione numero trentatré della rassegna a cinque cerchi, ora per la Ville Lumiere arriva il momento del ritorno alla normalità
E’ stata senza dubbio una delle Olimpiadi più emozionanti e coinvolgenti del nuovo secolo, sarà stato anche per il fatto che era la prima dopo la pandemia che aveva di fatto prima rinviato, poi fatto vivere senza pubblico e in un’atmosfera del tutto diversa, quella di Tokyo 2021, ma gli atleti, il pubblico e tutti gli appassionati, sono stati coinvolti nel magico mondo di festa della kermesse olimpica.
E’ stata un’edizione davvero straordinaria per i colori azzurri, tanti sono stati gli atleti italiani protagonisti e nelle sedici giornate di gare sempre almeno un azzurro è salito sul podio olimpico, arrivando alla fine a conquistare 40 medaglie complessive: 12 ori 13 argenti e 15 bronzi, che sono valsi il nono posto assoluto nella classifica finale del medagliere.
Le Olimpiadi sono il più grande evento sportivo a livello globale che una città possa organizzare. Hanno un impatto significativo sul turismo del paese ospitante, trasformandosi in un potente catalizzatore per lo sviluppo dell’economia, delle infrastrutture e dell’immagine internazionale della destinazione. La diversità di questa edizione, andata in soffitta con la cerimonia di chiusura di ieri allo Stade di France, è che Parigi non aveva certo bisogno della rassegna a cinque cerchi per promuovere la propria immagine, come accaduto per esempio alla città di Barcellona che, dopo aver organizzato l’edizione del 1992, è diventata una delle città più visitate al mondo e meta turistica di fama mondiale.
Parigi doveva soltanto rinnovare la sua grandeur e ribadire il suo ruolo in Europa e nel mondo e per farlo ha scelto proprio i monumenti più famosi, le vie e le piazze che l’hanno resa una città così amata dai turisti. Una vera e propria rivoluzione, basti pensare che per ospitare tutte le discipline olimpiche la Capitale francese ha scelto di costruire soltanto tre impianti ex novo: l‘Adidas Arena, che ha visto le gare di badminton e ginnastica ritmica, il Centro acquatico Olimpico, per il nuoto artistico, la pallanuoto e i tuffi e lo Stadio di arrampicata. Per il resto delle gare sono stati utilizzati gli impianti già esistenti, oppure gli stessi iconici palazzi, piazze, parchi parigini si sono trasformati in un enorme villaggio olimpico, con una ricaduta incredibile sulle bellezze culturali della stessa città.
Il Grand Palais, con il suo grande tetto di vetro appena restaurato, ha ospitato le competizioni di scherma, mentre gli storici Champs de Mars, i giardini intorno alla Tour Eiffel, sono diventati tanti campi di beach volley. Tra il Grand Palais e Les Invalides era stata allestita una pista di atletica con vista sulla stessa Tour Eiffel, e l’Arena di Bercy ha ospitato le gare di basket e judo. A pochi chilometri di distanza, la Reggia di Versailles e i suoi celebri giardini hanno ospitato le competizioni di equitazione. Senza dimenticare poi la Senna. Al di là delle grandi polemiche sulla balneabilità del famoso fiume che attraversa la Ville Lumiere, mai nessuna città che ha ospitato i giochi aveva coinvolto il proprio fiume, fin dalla cerimonia di apertura, per poi renderlo protagonista delle gare di Triathlon e di nuoto di fondo. Insomma un’edizione olimpica all’insegna della valorizzazione assoluta del patrimonio culturale già esistente, un enorme spot pubblicitario che avrà una ricaduta per decine di anni su Parigi.
Tanto per rendere ancora meglio l’idea degli organizzatori, basti pensare al braciere olimpico, quell’enorme mongolfiera che sorreggeva il fuoco sacro simbolo di Olimpia. Dal giorno dell’accensione durante la cerimonia di apertura, il sito del braciere, al Giardino delle Tuileries, ha accolto 10.000 visitatori al giorno tra le 11.00 e le 19.00, tanto che sono state avanzate due petizioni per rendere il braciere olimpico, completamente elettrico ed eco-sostenibile, un’installazione permanente che possa perpetrare il ricordo dei Giochi di Parigi. Tutto questo senza tenere conto dei quasi 10 milioni di turisti che sono arrivati da ogni parte del mondo per assistere ai sedici giorni di gare, ma anche per immergersi nell’atmosfera olimpica proprio grazie alla decisione di farle disputare in luoghi solitamente pubblici e non all’interno dei vari impianti. Olimpiadi che al termine della cerimonia di chiusura avranno genereranno un impatto economico positivo per la Francia e soprattutto per la sua capitale di oltre 37 miliardi di euro.
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