L’attaccante spagnolo della Lazio si sta regalando una seconda giovinezza con la maglia biancoceleste con prestazioni incredibili per qualità e continuità
Nel magic moment che sta attraversando la squadra allenata da Marco Baroni in questo inizio di stagione, risplende la stella di Pedro, l’attaccante spagnolo di 37 anni che continua a stupire, con un rendimento impressionante e che sta spingendo l’allenatore a dargli sempre più fiducia. L’ex Barcellona sta disputando la migliore stagione da quando è alla Lazio e i tifosi lo ripagano con un affetto incredibile per un feeling che emoziona.
Ha giocato in alcune delle squadre più forti al mondo, ha vinto 25 trofei tra Barcellona, Chelsea e nazionale spagnola nel corso di una carriera straordinaria, ma non ha nessuna voglia di smettere di divertirsi e soprattutto di continuare a provare a vincere cercando di chiudere il cerchio di una avventura calcistica da far vedere ai più giovani di cui la Lazio adesso è l’ultima luminosa tappa.
Sei gol nelle ultime nove partite per un inizio di stagione strabiliante per Pedro, l’attaccante di Tenerife che con la maglia della Lazio sta vivendo probabilmente non la seconda, neanche la terza, ma una quarta giovinezza per voglia, brillantezza, qualità e furore agonistico. Sembrava ai saluti finali la sua avventura nella Lazio dopo la tormentata stagione passata, ma il cambio in panchina, l’arrivo di Marco Baroni, ha ribaltato la storia e ora Pedro si è ripreso un ruolo da assoluto protagonista oltre che da esempio per tutto il resto dello spogliatoio. “Baroni mi ha rianimato, è vero“, ha raccontato lo spagnolo in una lunga intervista a Il Messaggero, “si è rapportato come se fossi un uomo in più del suo staff tecnico, mi chiede consigli su come aiutare il gruppo. Questa responsabilità mi fa rendere di più. So che devo dare più degli altri, così riesco a superare limiti biologici che non avrei immaginato. I risultati positivi poi stanno contribuendo a un mood fantastico”.
Non ci sono segreti per lo straordinario momento di forma che sta attraversando, “vi assicuro che non sono un alieno, vengo da Santa Cruz di Tenerife. Sudare ogni giorno è umano, avere la mentalità giusta mi mette il turbo. Io mi diverto ancora a stare con i compagni, a sentire i tifosi che urlano il mio nome ai gol”. Professionalità, tecnica, esperienza, ma soprattutto la voglia ancora di divertirsi nel fare quello che gli è sempre piaciuto, e anche se l’età è un fattore importante in questo calcio moderno e fisico, la testa a volte può essere più decisiva di tutto il resto e lui lo sta dimostrando con prestazioni in campo inavvicinabili poer corsa, dedizione e resistenza fisica. Perchè se la testa sta bene anche il fisico reagisce di conseguenza
La sua avventura in Italia è stata molto particolare perchè dopo l’esperienza al Chelsea viene chiamato dalla Roma dove però non brilla come potrebbe fare, fino al giorno che sulla panchina giallorossa arriva Josè Mourinho che lo considera bollito per il grande calcio e lo mette nella lista dei partenti. “Non voglio raccontare vicissitudini di cui ho già detto sulla Roma e Mourinho“, ha raccontato ancora lo spagnolo. ” Sono il passato, anzi hanno preso la miglior decisione all’epoca e li ringrazio di avermi ceduto alla prima squadra della Capitale ovvero la Lazio. Io volevo continuare in Serie A, dove c’è tanta concorrenza, e sono stato accontentato“. Inutile sottolineare quanto gli piacerebbe segnare di nuovo nel derby, lui che la prima volta che ne ha giocato uno con la maglia biancoceleste è risultato subito decisivo.
“Lo spero. È sempre una sfida complicata. Ormai anche io vivo l’emozione e la passione dell’evento. Sento tanto la partita, e diventa più difficile, anche se ho già segnato. La data è lontana, prima battiamo le altre“. La testa soprattutto, ma anche il cuore e soprattutto lo spirito indomabile di un calciatore che vuole sempore e comunque vincere, ecco perchè prima di capire cosa fare nel suo futuro vorrebbe ancora una volta lasciare il segno come tante altre volte in carriera. “Il mio sogno è vincere un trofeo qui prima di smettere, sarei l’uomo più felice del mondo. Siamo una delle squadre che ambiscono all’Europa League, siamo primi e possiamo vincerla. La nuova formula può agevolarci”.
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