San Siro rinuncia alla finale di Champions League 2027: dietro la bocciatura ci sono anche motivi strutturali. Le ragioni del no.
San Siro, la finale non s’ha da fare. Salta definitivamente l’ultimo atto della Champions League 2027. Partita che avrebbe dovuto giocarsi a Milano. Il Duomo sarebbe tornato protagonista di una partita del massimo blasone europeo dopo anni di attesa. Le speranze finiscono contro la burocrazia e gli impegni già presi: la UEFA, infatti, con una nota formale ha espresso che Milano non poteva garantire l’agibilità dell’impianto in seguito a possibili lavori di ristrutturazione.
Tradotto: l’impegno per rimettere a nuovo San Siro si è rivelato più lungo e complicato del previsto. Anche se i club, Inter e Milan, non vogliono prendere parte alla ristrutturazione della Scala del Calcio, l’operazione di restyling si farà. Occorre trovare i fondi e non sarà un’impresa semplice. Il capitale di partenza è di 100 milioni.
Qualora ci fossero state Inter e Milan a contribuire, l’impresa sarebbe stata ugualmente titanica, ma realizzabile. Ora la strada è in salita. I club di Milano vogliono costruire un impianto comune, ma accanto a San Siro. Ripartire da zero. Una soluzione, secondo le società, più congrua. Qualora, altro scenario possibile, non si dovessero sbloccare le pratiche per i rispettivi stadi: l’Inter e il Milan, infatti, stanno anche percorrendo un’altra via.
Quella dello stadio di proprietà singolo: sul territorio meneghino, così facendo, ci sarebbero tre impianti sportivi per il calcio. San Siro, San Donato e Rozzano. Il primo già c’è, sugli altri due permane scetticismo. I progetti, tuttavia, sono in cantiere. Rimanendo in tema di lavori, la Scala del Calcio vede sfumare la Champions League, ma l’Italia in tal senso può essere ancora protagonista.
A maggio 2025 la UEFA vuole avere un’altra possibile candidata sul tavolo. Salgono le quotazioni di Roma che tornerebbe a ospitare l’ultimo atto della Champions League dopo gli ottimi risultati del 2009. Sport e Salute, società che tiene in gestione il “tempio” di Roma e Lazio, si è detta pronta per un banco di prova simile. I lavori di ammodernamento potrebbero esser fatti in breve tempo, dato che una buona base già esiste dopo – appunto – la ristrutturazione avvenuta nel 2009 in vista della finale poi ospitata.
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Un bis non troppo gravoso per il 2027. Nel 2026, invece, toccherà a Budapest. La Coppa dalle grandi orecchie si prepara ad essere cartolina di momenti importanti: la cornice suggestiva la metteranno Turchia e, forse, Italia. Non è un riscatto completo dopo la beffa dell’Expo, ma quasi. Un possibile passaggio di testimone in cui lo zampino di Milano è ben presente. Tutte le strade portano a Roma.
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