A pochi giorni dalla presentazione ufficiale della nuova Ferrari, arriva una clamorosa dichiarazione di Schumacher che divide i tifosi
Undici anni di vita, almeno della sua vita sportiva nel mondo della Formula 1. Tanto è durato il rapporto tra Michael Schumacher e la Ferrari, l’ultimo grande ciclo nella storia di Maranello. Oggi però quell’epoca è tramontata e le nuove dichiarazioni gettano ombre pesanti.
Non tutti lo ricordano, eppure quella cavalcata vincente e travolgente aveva rischiato di non partire nemmeno. Dopo la morte di Enzo Ferrari nel 1998, tutte le decisioni per la Scuderia erano prese a Torino da Gianni Agnelli e dai suoi collaboratori più fidati.
Così, nel 1994 c’erano già contatti avanzati per realizzare un sogno, quello di portare Ayrton Senna a Maranello regalando una nuova vita al campione brasiliano che alla Williams non si stava divertendo. Il tragico schianto alla curva del Tamburello nel quale, il 1° maggio di quell’anno, perse la vita ha cambiato tutti gli eventi successivi.
La Ferrari, che aveva già ingaggiato Jean Todt come team principal e Ross Brawn come ingegnere per dare una scossa al box, puntò sul nuovo che avanzava. Così la scelta ricadde su Schumi, che intanto aveva portato a casa due titoli mondiali con la Benetton.
Nessuno all’epoca lo poteva ancora immaginare, ma sarebbe stata una scommessa vincente anche se sono serviti cinque anni di attesa, fino al 2000, per tornare a dominare al mondo. Il tedesco e le Rosse hanno riscritto i libri dei record, poi eguagliati o battuti da Lewis Hamilton. E oggi ripensare a quei tempi fa male ai tifosi.
In ogni discorso dei tifosi ferraristi il nome di Michael Schumacher è tirato in ballo, soprattutto da chi ha vissuto quell’epoca magica chiusa nel 2006. Molti si sono chiesti che cosa sarebbe adesso di Maranello, potendo sfruttare un consulente speciale come lui che invece dalla fine del 2013 vive un’altra vita.
Non lo sapremo mai, ma intanto le ultime indiscrezioni sulla nuova monoposto fanno sognare. La macchina sarà svelata ufficialmente il 13 febbraio prossimo, in tempo per i primi test in Bahrein che partiranno il 21. E secondo alcune indiscrezioni potrebbe chiamarsi F2024, un nome che ricorderebbe i modelli usciti dalla fabbrica modenese tra il 2000 e il 2008
Una bella suggestione anche per voltare pagina rispetto ad un 2023 avaro di gioie. Certo, c’è stata la vittoria di Carlos Sainz a Singapore e sono arrivate diverse pole, soprattutto grazie a Charles Leclerc. Nulla però in confronto al dominio di Max Verstappen e della sua Red Bull.
Un problema di monoposto nata male, certamente. Eppure qualcuno punta il dito pesantemente sui polito. Come Ralf Schumacher, che l’epopea d’oro del fratello l’ha vissuta sulla sua pelle e sa che Maranello può fare molto meglio di quanto abbiamo visto.
Nel podcast Formula For Success, l’ex pilota tedesco intervistato da Eddie Jordan e David Coulthard. non è stato tenero parlando di Leclerc e Sainz. “Due piloti che non sai mai cosa combineranno. Se saranno in testa a una gara, se andranno in testacoda o se faranno un incidente. Perlomeno non fanno incidenti tra loro, ma commettono errori stupidi che spesso mi sorprendono”. Il 2024 gli farà cambiare idea? Lo sperano in tanti.
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