Davanti al procuratore Chinè, la sconcertante, ma allo stesso tempo drammatica, confessione del giocatore della Juventus sommerso dai debiti di gioco
Il racconto di Nicolò Fagioli in alcuni passaggi della sua intensa deposizione davanti alla procura di Torino e alla giustizia sportiva. Dalle prime scommesse con Tonali, ai debiti arrivati fino a 3 milioni di euro, i prestiti dei compagni di squadra, fino alle terribili minacce.
Il primo nome uscito allo scoperto, in questa inchiesta che sta portando avanti la procura di Torino, è quello di Nicolò Fagioli, autodenunciatosi per cercare una via di uscita per se stesso e per la sua carriera. Gli altri nomi al momento indagati per le scommesse sul calcio sono quello di Sandro Tonali, oggi in forza al Newcastle in Premier League e Nicolò Zaniolo dell’Aston Villa.
Un racconto angosciante
Nelle edizioni in edicola oggi dei giornali torinesi di Tuttosport e La Stampa sono stati pubblicati alcuni passaggi dell’interrogatorio presso la procura di Torino davanti al procuratore Chinè di Nicolò Fagioli, il giovane centrocampista che ha scelto di autodenunciarsi per quanto riguarda l’inchiesta sulle scommesse nel calcio. Nel racconto, in certi momenti davvero drammatico, emerge la situazione davvero complicata nella quale si era andato a cacciare il centrocampista della Juventus. “La notte avevo smesso di dormire. Più il tempo passava più il debito mi ossessionava. I soldi che dovevo continuavano ad aumentare e pensavo di giocare solo per tentare di recuperare“. Un possibile divertimento diventato poi una probabile malattia, che si è rivelato un problema insormontabile, quella voglia impossibile di scommettere su tutto quello che gli capitava a tiro, e non cifre qualsiasi, ma ingenti somme di denaro che alla fine hanno portato ad accumulare un debito di circa 3 milioni di euro. “Ho iniziato a scommettere a Tirrenia nel ritiro della Nazionale Under 21“. Il giocatore spiega agli inquirenti che fu Tonali ad aiutarlo: “Mi ha detto che avrei potuto farlo anche io perché i movimenti non erano tracciabili”.
Si scommetteva su tutto
“Inizialmente giocavo sul tennis”, si legge in alcuni passaggi del verbale, “poi da settembre 2022, poiché dovevo restituire somme ingenti a varie piattaforme, iniziai a scommettere anche sul calcio, per provare a recuperare”. Lui ha assicurato di non aver “mai scommesso sulla Cremonese o sulla Juventus”, cioè proprio le squadre per cui ha giocato fin qui in carriera. “Esistono le scommesse sui falli e ammonizioni, a me è stato proposto, ma io non ho accettato perché contrario alla mia etica”. A un certo punto la situazione deve essergli sfuggita di mano e più scommetteva più diventava difficile rientrare perché il debito saliva, “tanto ormai era così alto il debito che anche se vincevo la scommessa non incassavo nulla. Tutto quanto andava solo ad abbassare la quantità di soldi che dovevo ancora a queste piattaforme”.
Ma poi la situazione è precipitata definitivamente, ” non potevo prelevare più soldi dal mio conto controllato da mia madre e ho cominciato a chiederli ai compagni di squadra”. Racconta che loro erano all’oscuro di tutto e che a Federico Gatti deve 40 mila euro e ha debiti anche con Radu Dragusin. “perché raccontavo loro che mi servivano per comprare Rolex in una gioielleria di Milano”. Quello che all’inizio era solo divertimento poi si è trasformato in un’ossessione tanto da non dormirci più la notte. Il suo debito ammonterebbe a quasi 3 milioni di euro, contro un ingaggio alla Juventus di un milione netto a stagione. “La notte avevo smesso di dormire. Più il tempo passava più il debito mi ossessionava… Pensavo di giocare solo per tentare di recuperare”. Quando sono arrivate le minacce “ti spezziamo le gambe”, ha capito che doveva chiedere aiuto.