L’ex Napoli Zuniga invita a una maggiore solidarietà: “Oggi è successo a lui, domani potrebbe capitare a chiunque”
Tutto il mondo del calcio è stato sconvolto da quanto sta accadendo in Colombia a causa del rapimento del padre di Luis Diaz, attaccante del Liverpool e della nazionale sudamericana, avvenuto il 28 ottobre a La Guajira. Mentre si attende la sua liberazione con l’annuncio della guerriglia dell’ELN, sono emerse diverse richieste alla squadra colombiana di non giocare le prossime partite di qualificazione ai Mondiali 2026. Infatti, in molti hanno ricordato quanto accaduto nel 2001, quando la Copa América, in programma in terra colombiana, era a rischio a causa delle minacce di gruppi armati che operavano con grande pericolosità. In quell’occasione si giocò comunque il torneo, ma l’Argentina non partecipò e il Brasile mandò la sua squadra sostitutiva.
Ebbene oggi diversi personaggi della politica, della stampa e del calcio hanno espresso che ci deve essere la giusta solidarietà con la famiglia di Luis Diaz. In Colombia, la violenza da parte di gruppi fuori legge e i rapimenti si verificano da moltissimo tempo e non sono mai scomparsi. Ma il fatto in particolare che la persona coinvolta fosse il padre di un giocatore del Liverpool, in Inghilterra, ha avuto un impatto tale in tutto il mondo che ha fatto riflettere tanti appassionati e persone importanti. Ne ha parlato anche l’ex giocatore colombiano Camilo Zuniga: “Invito tutti i miei colleghi, affinché siamo più solidali con ‘Lucho’. Oggi è toccato a lui, domani Dio non vuole toccare nessuno di noi. A tutti i giocatori, non c’è la mentalità giusta per giocare in una situazione come questa. Se non dobbiamo giocare finché non arriva il padre di ‘Lucho’, facciamolo ragazzi, per favore“.
Si è espresso anche il politico Roy Barreras, attuale ambasciatore della Colombia nel Regno Unito, che ha pubblicato un messaggio sul suo account ‘X’ avanzando questa richiesta: “Da Londra chiedono che l’ELN rilasci il padre di ‘Lucho’ Díaz prima del 17 novembre. Se non lo farà, la Colombia non giocherà la partita di qualificazione contro il Brasile finché non sarà rilasciato“. Il post è stato accompagnato da un bellissimo video con protagonisti tantissimi personaggi dello sport e fondazioni differenti che vivono e lavorano in Inghilterra.
Nicolás Samper, editorialista del portale Futbolred e membro di altri spazi sportivi su ESPN Colombia e RCN Radio, ha detto la sua sulla situazione: “Il meno importante della storia perché ci sono questioni che oggi sono davvero attuali… il padre di Luis Díaz“. Ha riflettuto poi anche su ciò che provano molti colombiani dopo tanti anni di violenza, avanzando una proposta piuttosto particolare: “Sarebbe il momento ideale perché, a prescindere dalle conseguenze, all’improvviso i dirigenti di questa Nazionale si unissero per dire che non giocheranno più una partita finché non verrà rilasciato il padre di un loro compagno di squadra. Tutti i calciatori devono annunciare, in un comunicato congiunto, che non andranno in Paraguay per giocare perché il padre di uno degli idoli di questa Nazionale è stato privato della sua libertà“.
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