L’ex dirigente giallorosso ne ha per tutti, ma anche per se stesso ma sugli americani è durissimo: “Non hanno capito nulla e fanno peggio”
“Sono dei veri cialtroni“. Non ci va sul sottile l’ex direttore generale della Roma nei confronti dei Friedkin, i proprietari della società giallorossa e, vedendo quello che hanno combinato negli ultimi mesi, forse è stato anche leggero, conoscendo bene Walter Sabatini.
L’accusa è di quelle pesanti, di quelle che non passano inosservate. Frasi che fanno parlare e che soprattutto agitano il popolo romanista già abbastanza rumoroso nei confronti degli americani che stanno guidando la Roma.
E non fa un passo indietro anzi quattro o cinque in avanti e riferendosi a Totti e a un discorso molto più ampio affondo: “Questi americani della Roma sono dei cialtroni, gente che non ha capito la città e il senso del possesso che ha la gente verso la squadra: una tifoseria come quella della Roma la devi conoscere, non puoi fingere che non esista, perché il Romanismo è un sentimento troppo potente, è una malattia”.
E’ l’unico riferimento da parte di Walter Sabatini anche perché ne vorrebbe fare tanti altri riferendosi a uno dei suoi pupilli come De Rossi, ma lascia stare, anche se si concentra su Francesco Totti e su quello che poteva fare e quello che potrebbe fare ancora anche e soprattutto nel calcio. “Il dirigente vero che si occupa di calcio non amministrativo, non come quello che fa Ibrahimovic che non si capisce”, dice Sabatini al Corriere della Sera.
“La Roma non più, sono vecchio e usato”
E su Totti non ha remore, ma solo convinzioni di un certo tipo: “Francesco? In lui non poteva non esserci egoismo, perché la vita lo ha condotto su quel sentiero e ce lo ha lasciato. E lui non ha avuto la forza intellettuale di liberarsi da una certa condizione. Non è mai riuscito a ragionare con il “noi”, ma sempre con l’io”.
“La verità – spiega Sabatini – è che non gli hanno permesso di vivere: a Roma è stato un prigioniero, già a 17 anni non poteva uscire di casa. Per tutta la vita è stato il Capitano, l’Intoccabile. L’isteria che ho visto verso di lui è irriferibile e lui l’ha pagata con la solitudine. Ancora oggi è un ragazzo solo, tant’è che le cose che ha cercato di fare non è riuscito a farle”.
E su un possibile ritorno alla Roma, Sabatini sospira e con tono amaro sentenzia: “No, non credo di meritarla più. Ho tenuto sempre la squadra a livello di grande competitività in un momento storico delicato. Ma oggi la Roma ha bisogna di una macchina perfetta, una Ferrari. Io sono una Due Cavalli tutta bozzata“.