Gli stadi in Italia sono distanti dal resto d’Europa e, soprattutto, dall’Inghilterra dove l’età media degli impianti è quasi la metà
Uno dei motivi per cui la crescita del calcio italiano è oggi limitata è anche quella degli stadi. Un problema che nel nostro Paese tutte le squadre di calcio sono chiamate a fronteggiare e che ha diverse cause. Da una parte la mancanza di investitori disposti a spendere e regalare alla società un impianto degno di una squadra di calcio professionistica, dall’altra la burocrazia italiana.
Per erigere uno stadio ci vuole tempo, anni, un processo lungo e pieno di insidie che si conclude più con delle chiusure, piuttosto che con delle aperture da parte dei rispettivi comuni. L’esempio di Roma e Lazio ne è la grande dimostrazione.
I primi sono in corsa da anni per la costruzione del loro impianto e solo oggi dovrebbero essere vicini al posare la prima pietra a Pietralata. Per i secondi, dopo un’iniziale progetto per la Tiberina, ora hanno presentato ufficialmente quello per il Flaminio. L’attesa, però, sarà lunga, prima che arrivi l’ok definitivo dal Comune di Roma per iniziare la ristrutturazione del vecchio impianto capitolino.
E così, in Italia ci si accontenta. Ci si accontenta di stadi che sono distanti anni luce dal resto d’Europa. Spesso, però, dimenticandosi che questi non rappresentano un bene solo per i club calcistici, ma per interi quartieri e città che ne verrebbero valorizzati.
L’arretratezza degli stadi italiani viene messa in evidenza da alcuni dati. In Italia sono presenti 76.919 impianti sportivi e 141.936, di cui il 70% di proprietà pubblica. L’8% di quegli impianti non è funzionante, mentre per quanto riguarda gli stadi l’età media ne sottolinea lo stato drammatico.
Gli stadi delle squadre che militano nel campionato di Serie A, infatti, hanno un’età media i 61 anni, numero che sale a 67 se si considerano invece solo quelli di Serie B. E parliamo delle due leghe più importanti in Italia. A impressionare è il confronto con l’Inghilterra, dove lo stadio di proprietà è un must.
Lì gli stati delle squadre di Premier League e Championship hanno un’età media che corrisponde alla metà e che si aggira sui 35 anni. Se quello inglese, però, è un esempio troppo scontato, basta guardarsi intorno e osservare la Germania, dove invece l’età degli stadi è mediamente di 38 anni.
Questo probabilmente perché la tendenza in Italia è quella di costruire solo davanti ai grandi eventi e non per necessità di rinnovamento. Tra il 2021 e il 2023, però, ci è registrata un’inversione di tendenza. Nel report dei fondi del Pnrr, gli impianti sportivi rientrano tra i comparti infrastrutturali che hanno assorbito più fondi.
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