Incredibile l’annuncio ufficiale che, indirettamente, coinvolge Matteo Berrettini: tifosi increduli e mistero che si infittisce
Siamo all’ennesimo Dejà Vu. Ad un numero pressoché infinito di annunci che, in sostanza, sono una copia uno dell’altro, perché aventi lo stesso contenuto. Perché recanti la stessa conclusione: Matteo Berrettini non gioca.
Nemmeno stavolta, neppure con un programmato ritorno in campo che gli avrebbe garantito l’accesso al main draw di uno dei tornei più prestigiosi del circuito. Nulla da fare. Ancora una volta lui ci aveva creduto. Noi tutti ci avevamo sperato, ma bisogna attendere chissà quante altre volte ancora.
Solo relativamente al 2024, il tennista romano aveva già dato forfait, o comunque non si era iscritto, a tutti i tornei della cosiddetta tournée australiana: Brisbane, Adelaide, Kooyong Classic e gli Australian Open, dove era stato perfino già sorteggiato in tabellone con Stefanos Tsitsipas per un suggestivo primo turno, e per finire Marsiglia.
Tutte occasioni utili per spezzare una maledizione che dura dal 31 agosto, data del suo ultimo match ufficiale disputato sul cemento di New York contro il francese Rinderkneck. Nulla da fare, dicevamo. Ma come tutte le maledizioni, anche questa reca con sé un lato positivo. Rimandando il suo rientro nel circuito, Berrettini si sta avvicinando a grandi passi ai sei mesi filati di inattività nel circuito.
Un traguardo che Matteo raggiungerebbe proprio poco prima del Masters 1000 di Indian Wells, torneo al quale potrebbe accedere usufruendo del ranking protetto, il meccanismo che consente ai tennisti lungodegenti per almeno 180 giorni filati, di recuperare la propria classifica. Non esattamente la stessa posizione avuta al momento dello stop, ma una media di quella registrata nei tre mesi successivi all’assenza. Una manna per il romano, che attualmente occupa la casella 125 del ranking ATP.
Quella che sarebbe potuta essere, nell’amarezza di una lontananza dai campi per 6 mesi filati, una buona nuova, non è però ancora ‘esercitabile’ dall’ex numero 6 del mondo. Questo perché, nella entry list del torneo sul cemento americano, il suo nome non c’è. Berrettini non gioca. Neppure ad Indian Wells.
Ci sono Sinner, Musetti, Arnaldi, Sonego, Cobolli. C’è anche Carlos Alcaraz, vincitore nel 2023, c’è Novak Djokovic, e perfino Rafa Nadal, anch’egli in regime di ranking protetto. Ma Berrettini no. Nell’assenza di comunicazioni sulla possibile data del ritorno in campo – ma che sia vero, stavolta – del finalista di Wimbledon 2021, i tifosi italiani sono letteralmente sgomenti. Il tunnel imboccato da Matteo sembra senza luce, senza uscita.
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