La federazione internazionale di tennis ha definitivamente approvato una nuova norma che sarà introdotta in tutti i tornei ATP a partire dal 1 gennaio 2025
Dalla prossima stagione sarà possibile per i tennisti interagire con i propri allenatori durante le partite, sulla falsariga di quello che avviene regolarmente durante gli incontri di Coppa Davis. Soltanto che i vari coach, potranno interloquire con i propri assistiti soltanto in determinati momenti del match. Un cambiamento per certi versi epocale che ha già diviso gli stessi giocatori, contrari al cambiamento dello stesso spirito del gioco.
Il coaching era di fatto già stato legalizzato dall’ITF in via sperimentale in questa stagione durante i tornei dello Slam, così come è legale ormai nei tornei organizzati dai circuiti professionistici gestiti dall’ATP maschile e dalla WTA femminile. Questa decisione però apre di fatto il via libera a tutto il mondo del tennis, compreso quello giovanile.
In Coppa Davis per gli uomini e in Fed Cup per le donne, siamo da sempore abituati a vedere il capitano non giocatore sedere a bordo campo e incitare, consigliare e rincuorare il tennista o la tennista impegnati nel match per la propria nazione, ma nei tornei del circuito sia maschile che femminile, il personal coach era sempre seduto in disparte in tribuna o al massimo in un palchetto dedicato e i suoi consigli erano fatti al massimo di uno sguardo o di una parola sussurrata. Ora tutto questo finirà perchè la federazione internazionale ha deciso di sdoganare del tutto l’aiuto dal proprio angolo e ogni giocatore potrà ricevere liberamente i consigli giusti dal proprio staff. Dal 1 gennaio 2025 infatti, sarà consentito in tutti i tornei il “coaching”, ossia “una consulenza tecnico e psicologica da parte dell’allenatore al proprio giocatore”. L’aiuto dal proprio staff chiaramente è regolamentato da norme precise, infatti gli allenatori dovranno rimanere seduti nei posti loro designati e i loro consigli saranno consentiti solo se non interromperanno il gioco e se non creeranno disturbo all’avversario. Il coaching verbale sarà consentito sarà consentito solo quando il giocatore si trova alla stessa metà del campo del suo coach, mentre quello non verbale, quindi eventuali segnali con la mano ad esempio, saranno consentito in qualsiasi momento.
Una decisione quindi importante, quasi una svolta epocale per uno sport che ha sempre vissuto sul duello individuale uno contro uno, una battaglia combattuta non soltanto dal punto di vista tecnico sul campo, ma anche molto su quello mentale. Ora tutto questo potrebbe venire meno, ecco perchè alcuni grandi campioni si sono mostrati contrari al cambiamento. Tra i primi a far sentire il proprio parere contrario c’è quello del finalista dell’ultimo US Open, Taylor Fritz. L’americano, con un post apparso su X, si è espresso con chiarezza twittando: “Dobbiamo smettere di rovinare l’aspetto mentale/strategico dello sport uno contro uno“. Su toni decisamente simili anche il canadese Denis Shapovalov, che sempre dal suo profilo personale di X, ha dichiarato: “Non solo come tennista, ma anche come semplice tifoso di questo sport è triste vedere l’arrivo di questa nuova regola sul coaching. Il tennis è speciale perché se là fuori da solo. Perché state cercando di cambiare il fascino di questo sport?“. Si tratta di un cambiamento che, come tutti i cambiamenti è destinato almeno all’inizio a dividere e fare discutere.
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