Ancora una volta il mondo del calcio è sconvolto dalla malattia più subdola: l’aveva scoperta meno di due anni fa, addio ad una leggenda
Grandi trionfi, grandi tragedie. Il mondo dello sport in generale e quello del calcio in particolare sono abituati a convincere con entrambe. Ma ogni volta che succede, per i tifosi e i semplici appassionati è un colpo al cuore. E così ora c’è un intero campionato che piange uno dei suoi eroi.
Ancora una volta, in negativo, la protagonista di questa storia è la Sla. La Sclerosi Laterale Amiotrofica ha trovato terreno fertile nel mondo del calcio, soprattutto quello dagli anni ’60 agli anni ’80. Fino ad oggi in realtà non è stata trovata una correlazione certa tra i medicinali che molti calciatori assumevano, non sempre coscientemente, e la malattia. Eppure sono diventati troppi i casi per non pensare ad un rapporto stretto.
In prima fila c’è tristemente l’Italia. Oltre una quarantina di casi accertati tra i calciatori che hanno giocato nel mondo del professionismo. E non a caso nel 1999 il magistrato torinese Raffaele Guariniello, che l’aveva definita la ‘malattia professionale’ dei calciatori, aveva aperto un’inchiesta. Una delle ipotesi più accreditate è che fosse colpa di pesticidi e diserbanti sui prati dei campi di calcio, ma una conclusione certa non è mai arrivata.
Intanto però le famiglie hanno pianto i morti. Tra i più noti, quello dell’ex capitano genoano Gianluca Signorini e dell’attaccante di mezza Serie A Stefano Borgonovo. Lui, che è mancato nel 2013, la definiva apertamente ‘La Stronza’ ma il suo è diventato anche un caso.
Perché negli ultimi anni sono morti ben sei ex calciatori del Como, più due del Lecco, che hanno giocato più o meno insieme. E ancora, più di recente, Pietro Anastasi, ex attaccante della Juventus e della Nazionale, o ancora l’ex difensore di Roma e Fiorentina Giovanni Bertini.
Tragedia in campionato, muore un leggendario volto: con quella maglia ha vinto tutto
La Sla però non conosce tregua e nemmeno confini. Così nelle ultime ore ha presentato il conto portando via un ex calciatore che per i suoi tifosi era un vero idolo. Ha vestito una maglia leggendaria, ha vinto moltissimo, è stato un simbolo anche per la Nazionale.
A 76 è morto Miguel Angel Gonzalez, uno dei più grandi portieri nella storia del calcio spagnolo in generale e del Real Madrid in particolare. Uno di quelli che, come usava un tempo ma oggi non più, ha preferito passare tutta la carriera con una sola maglia.
Una scelta vincente, perché con quella dei Blancos di Madrid dal 1968 al 1986, ha vinto 2 Coppe Uefa, 8 campionati spagnoli, 5 Coppe di Spagna e 1 Coppa di Lega. In più nella stagione 1975-1976 conquistò anche il Trofeo Zamora come miglior portiere del campionato. Ma era stato anche il numero uno della Nazionale, giocando i Mondiali di Argentina 1978 e Spagna 1982.
Alla fine della carriera era comunque rimasto legato al suo club. L’inizio come dirigente della Prima Squadra e successivamente come direttore dell’ex Città dello Sport del Real Madrid. Due anni fa aveva annunciato pubblicamente la sua malattia invitando a sostenere la ricerca in questo campo. Purtroppo non ce l’ha fatta.