Le pena relativa all’ex attaccante di Lecce, Roma e Juventus è sospesa. La sua difesa ha già inoltrato ricorso dopo la sentenza
Una grande carriera in Italia e capitano della sua Nazionale, quella del Montenegro. Parliamo di Mirko Vucinic, uno degli attaccanti più di talento e prolifici degli anni Duemila in Serie A. Viene scovato da Pantaleo Corvino e prelevato dal campionato serbo-montenegrino. Approda a Lecce nel 2000 dove, in 5 anni, arriva a realizzare fino a 29 gol in una sola stagione del massimo campionato italiano. Si tratta di un record per la formazione salentina, poi battuto nella stagione 2010/11 da Ernesto Chevanton, che mette a segno 32 reti.
Subito dopo il c’è la parentesi nella Roma, con cui raggiunge l’accesso alla Champions League e la conquista di diversi trofei: una Supercoppa italiana e due Coppe Italia. È ricordato anche uno scudetto sfiorato nel 2008. Nella Capitale si consacra, forse definitivamente, come uno degli attaccanti più forti del campionato. Nel 2010 arriva poi il suo trasferimento alla Juventus, esperienza centrale nella sua carriera. In maglia bianconera infatti conquista altri trofei tra cui 3 scudetti consecutivi e 2 supercoppe italiane.
All’età di 31 anni finisce la sua carriera in Europa. Infatti dopo la città di Torino si sposta negli Emirati Arabi, dal 2014 al 2017, giocando precisamente nell’Al Jazira. Qui però, come vedremo in quest’ultimo periodo, iniziano i problemi, in particolare con il fisco italiano e le forze dell’ordine. Infatti è arrivata la sentenza: Vucinic è stato condannato a due anni di reclusione, con pena sospesa, per avere omesso di dichiarare proprio al fisco italiano quasi 6 milioni di euro. Sono soldi che l’attaccante ha guadagnato nel triennio in cui militava negli Emirati Arabi, all’Al Jazira.
La condanna è stata emessa dal giudice Valeria Fedele nei confronti dell’ex calciatore, oggi 40enne, con l’accusa di dichiarazione infedele. Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci (che aveva chiesto la condanna a 4 anni di carcere), Vucinic in quegli anni avrebbe dovuto pagare le tasse in Italia, in quanto – stando alle indagini della guardia di finanza – sarebbe risultato qui residente anche durante l’esperienza negli Emirati Arabi. La difesa ha chiaramente risposto. L’avvocato dell’ex Roma e Juventus, Antonio Savoia, ha sostenuto che il calciatore avrebbe trascorso del tempo in Italia solo saltuariamente, cercando di dimostrarlo nel corso del dibattimento. Il giudice Fedele ha riconosciuto anche il risarcimento nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, costituitasi parte civile. Oltre a ciò è stata comandata anche la confisca dei beni per il valore equivalente all’evasione.
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