La metà nascosta della Mela, quella volutamente trasformata in monopolio dalla Casa di Cupertino, ora si dovrà per forza mostrare in pubblico
La Apple da sempre ha esercitato un autentico “potere di monopolio” sulla distribuzione del software e delle app tramite i suoi device iPhone, Mac, e Ipad. Sullo store da sempre dedicato ai prodotti della Casa di Cupertino si potevano trovare e quindi scaricare solo programmi sviluppati da Apple stessa e per questo fruibili solo dai propri device. Un modo di operare che dava alla piattaforma App Store un potere di mercato talmente ampio da lavorare in assoluto regime di monopolio, decidendo strategie commerciali e tempi di commercializzazione.
E’ il prossimo 7 marzo 2024 la deadline per i possessori di un iPhone o un iPad, e in generale per tutti gli utenti di Apple, arriverà infatti una importantissima novità che potrebbe cambiar loro la vita quotidiana. Il 7 marzo per Apple scade il tempo concesso dall’Unione Europea per adeguarsi a tutte le nuove regole derivanti dal Digital Markets Act.
E’ entrato in vigore il Regolamento UE 2022/1925 sui mercati digitali, noto altresì come Digital Markets Act, il cui obiettivo fondamentale sarà quello di disciplinare il ruolo, all’interno dei mercati digitali, dei c.d. gatekeeper, ossia dei soggetti che si occupano di gestire piattaforme e servizi strategici che collegano in via diretta consumatori e aziende. In poche parole tutti i fornitori di servizi o programmi dovranno essere messi a disposizione degli utenti a prescindere dal device utilizzato. Insomma è la fine del monopolio dell’Apple store. La Apple dovrà dare la possibilità ai propri utenti di scaricare qualsiasi applicazione che provenga anche da fonti diverse che non sia esclusivamente l’Apple Store come accade invece da sempre, ossia dal primo iPhone immesso sul mercato nel 2007. Un regolamento che Apple non ama affatto, perché costringerà l’azienda tech con l’ecosistema più chiuso e blindato al mondo ad aprirsi per legge. Più libertà di scelta per gli utenti, se la vorranno, meno controllo e, soprattutto, meno guadagni di rendita per Apple.
Dall’entrata in vigore del nuovo regolamento quindi tutti i device della Mela con il morso dovranno o uscire dalla fabbrica o essere abilitati alla modalità sideloading delle app, cioè installazione da una fonte diversa dall’Apple Store. Questo significa una libera concorrenza e allo stesso tempo regole restrittive per chi è da tanto nel mondo della tecnologia. Tutto questo significa però cambiamenti importanti per i prodotti Apple. Intanto ci sarà bisogno di un aggiornamento iOS 17 dedicato che “sbloccherà” tutti i device già in commercio e li abiliterà alla concorrenza. Prima di questo fatidico giorno, la Apple si era sempre difesa dalle accuse di monopolio del proprio store mettendola sempre sul piano della privacy. “Sempre meglio utilizzare i nostri prodotti”, affermavano da Cupertino, “perché provengono da una fonte sicura e a prova di hacker”, in caso contrario il rischio è per la privacy e la sicurezza. Ma forse la verità era nel fattore economico, perché l’App Store è anche una fonte di rendita passiva enorme per Apple, che trattiene una percentuale tra il 15% e il 30% su ogni euro speso non solo sull’App Store, ma anche all’interno delle app scaricate tramite App Store. Grazie a questa decisione presa dall’Unione Europea, iOS potrà somigliare ad Android, un sistema certamente più aperto, con tutti i pro e i contro del caso.
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