In Italia le vendite delle auto elettriche fanno fatica a decollare perché costano tanto, richiedono tempi di ricarica lunghi e promettono autonomie che gli automobilisti non considerano sufficientemente elevate
Era maggio del 2022 quando, con 46 voti favorevoli contro 40 contrari, la commissione ambiente dell’Unione Europea aveva detto si all’avviamento del processo di abbassamento del livello di inquinamento ambientale. Imponendo di fatto il 2035 come data ultima per le case automobilistiche per smettere di produrre auto nuove dotate di motori endotermici. Un modo per lanciare definitivamente sul mercato la motorizzazione completamente elettrica.
Per quanto nell’ultimo decennio le auto elettriche abbiano avuto un boom nella vendita, all’orizzonte il loro futuro pare incerto. In particolare è stato previsto che per quest’anno ci sarebbe stata una diminuzione del 2,5% e sono tante le motivazioni di questo rallentamento: dal loro elevato costo iniziale, che con le vetture a benzina e diesel non c’è, al crollo del loro valore di mercato al momento di rivenderla.
Dopo oltre un secolo di motore a scoppio, di benzina o di gasolio per il diesel, quando fu annunciato urbi et orbi dalla Comunità Europea che entro il 2035 non si sarebbe più potuto produrre autovetture dotate di motore endotermico, in molti stentavano a credere comunque al futuro delle auto elettriche. Troppo grande il cambiamento per gli automobilisti, troppo impegnativo e comunque costoso ricaricare le benedette batterie che non potevano avere, per forza di cose, l’autonomia che hanno sempre avuto le auto con motore endotermico. Ma le case automobilistiche, spinte dai rispettivi governi, hanno spostato tutti gli investimenti nell’elettrico, progettando, producendo e lanciando modelli completamente elettrici. Ma, a distanza di qualche anno il rigetto del mercato è stato pressoché totale, soprattutto in quei paesi con una storia e una tradizione automobilistica.
Nel mese di agosto 2024, la vendita di auto elettriche nell’Unione Europea è crollata del 43,9% rispetto allo stesso mese del 2023. Il calo delle vendite ha riguardato tutte le principali case automobilistiche, Stellantis in primis, con una contrazione del 28,7% ad agosto e una quota di mercato passata dal 16,1% al 13,7%. I dati vanno di pari passo con la cronaca recente, segnata dalle dimissioni del Ceo del gruppo Carlos Tavares. Il Paese europeo più colpito dalla crisi è la Germania che ad agosto ha registrato un -27,8% di immatricolazioni rispetto ad agosto 2023, ma anche Francia e Italia hanno fatto registrare un netto calo, mentre il Regno Unito e la Spagna hanno avuto diminuzioni più moderate. Volkswagen ha chiuso tre stabilimenti in Europa e ne chiuderà un altro in Cina.
Diversi sono i motivi di un flop che forse era già annunciato. Innanzitutto il prezzo di listino con cui le auto elettriche sono arrivate sul mercato. Molti automobilisti in Europa e negli Stati Uniti non acquistano veicoli elettrici, semplicemente sono troppo costosi rispetto alle auto a benzina o diesel, nonostante continue politiche di sconti e agevolazioni fiscali anche da parte dei governi interessati. Il prezzo medio al dettaglio di un’auto elettrica a settembre 2024 era del 32% superiore a quello di un’auto con motore a combustione in Europa e del 18% negli Stati Uniti. Poi la difficoltà di effettuare le ricariche e il loro tempo di attesa. In Italia soprattutto, nonostante massicci investimenti da parte delle aziende interessate, troppo poco numerose sono le famigerate piazzole con la spina a disposizione degli automobilisti per convincerli a passare alle auto elettriche. Come non considerare il tempo di ricarica del famigerato pacco batteria? Fermarsi per riempire il serbatoio di un’auto a benzina o diesel resta un’ operazione relativamente veloce.
Trovare la stazione di servizio, spegnere l’auto e aspettare qualche minuto finché il serbatoio non è pieno. Tutto può durare circa 5 minuti, a seconda della fila che si forma nella stazione di servizio. Impossibile metterlo a confronto se il tempo impiegato aumentasse a 30-50 minuti per accumulare energia e neanche al 100% della capacità. Ultima mazzata, quindi, quella riservata ai concessionari che si ritrovano sul piazzale auto elettriche usate, con il valore di mercato crollato fino addirittura al 70% in meno con inevitabili contrazioni sensibili nei loro guadagni. Auto del 2021 con meno di 40 mila chilometri che oggi vengono offerte anche a un terzo del loro prezzo iniziale di listino.
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