Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante incredibili sulla ricerca e si è vicini a qualcosa di incredibile e storico nella medicina
Un passo da gigante. Di quelli che potrebbero far entrare la medicina in una nuova era. Si può dire che il 2023 è stato l’anno della svolta e il 2024 può essere quello della consacrazione per la ricerca sul cancro. E, udite bene, della possibilità che ci possano essere dei vaccini per alcune malattie. Si, avete capito bene. Già perché quello appena passato è stato l’anno della svolta per un determinato motivo perché la sperimentazione sta avendo successo per quel che riguarda i vaccini anticancro, anche se alcuni ricercatori ci tengono a specificare che “non è una svolta iniziata adesso. I vaccini a Rna messaggero erano, prima ancora del Covid, nel radar della ricerca oncologica“.
Secondo i ricercatori che stanno portando avanti questa incredibile sperimentazione In “3-4 anni si potrebbero raccogliere i primi frutti. “Diciamo che il futuro lo vedo positivamente. Come dico alla fine dei congressi, il bello deve ancora arrivare“. Le dichiarazioni sono dell’oncologo Paolo Ascierto, direttore del Dipartimento Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, che all’Adnkronos Salute spiega quale sia stata la svolta in quest’ultimo anno.
Insomma, la svolta di cui tanto si parla non è più solo un sogno, ma sembra essere davvero realtà. Una luce all’orizzonte che non si vedeva da anni. Il 2023 è stato senz’altro segnato da risultati nei test di prova e sperimentazione che come principali protagonisti della ricerca hanno l’utilizzo dei vaccini anticancro a mRna.
Un percorso cominciato anni fa e che non si è mai interrotto, nonostante qualche risultato non fosse dei migliori, soprattutto all’inizio. “Già nel 2017, per dare un’idea, io ne discutevo con esperti dell’azienda BioNTech che all’epoca stavano sperimentando un vaccino, tuttora in sperimentazione, sia per i tumori del polmone che nel melanoma. Poi è arrivato il Covid e sappiamo tutti la storia. Sappiamo che il vaccino a mRna si è dimostrato efficace” contro Sars-CoV-2 e, questo da un certo punto di vista è stata una svolta intesa come percorso e come traguardo. “Sono arrivati i primi studi del vaccino di Moderna con pembrolizumab che hanno dimostrato come effettivamente questi vaccini possano dare un contributo maggiore rispetto all’immunoterapia classica, con quelli che vengono chiamati ‘checkpoint inhibitors’, gli anti PD-1“. L’euforia non manca, ma nella medicina bisogna procedere con cautela. Di sicuro la strada tracciata è quella giusta.