Si tratta di una ricerca elaborata su un campione di 500 giovani maschi, tutti tra i 16 e i 35 anni, con i rispettivi partner
L’ultima indagine promossa dalla Società Italiana di Andrologia (SIA) nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e prevenzione andrologica, è stata condotta dall’Università IULM di Milano. La ricerca è stata realizzata su un campione di 500 giovani maschi, dai 16 ai 35 anni, e i loro partner. L’obiettivo è esplorare, attraverso l’utilizzo di un questionario, i cambiamenti delle abitudini sessuali dopo la pandemia.
Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli, ha dichiarato: “I risultati preliminari dell’indagine mostrano che il rapporto della Generazione Z con il sesso è complicato e contraddittorio. La sessualità negli under 35 appare sempre più sganciata dalla componente relazionale e riproduttiva, e questo si riflette sulla scarsa soddisfazione nei rapporti reali, 50% del campione, e sul ricorso al sesso solo virtuale per un ragazzo su tre. Questa tendenza alimenta silenziosamente il fenomeno della denatalità con ripercussioni gravi quindi anche sulla società stessa per l’instaurarsi da una sessualità mediata dai social e da Internet, con un grande assente: il contatto fisico. Ciò comporta anche una ricaduta sui disturbi della sfera sessuale. Già da parecchi anni ci troviamo di fronte a un incremento di problematiche che interessano i giovani, che la pandemia ha contribuito a esacerbare a causa dell’isolamento. Moltissimi ragazzi lamentano disfunzione erettile ascrivibile alla virtualizzazione del rapporto, all’eccesso di pornografia e di autoerotismo. Così un ragazzo che si approccia alla sessualità può essere intimidito o intimorito, sentendosi inadeguato“.
I risultati dell’indagine
Il dato che preoccupa tutti gli esperti è quello che riguarda l’11% dei giovani, che hanno dichiarato di utilizzare quasi esclusivamente il mondo online per trovare dei partner sessuali. Il 30%, invece, si trova ad utilizzare molto spesso chat erotiche e siti pornografici quotidianamente. “Questa difficoltà fa sì che i giovani, prima di rivolgersi allo specialista, cerchino informazioni online sui loro problemi. Mentre il 68% dichiari di sapere chi è l’andrologo, il 58% ritenga importantissimo fare visite preventive, poi di fatto il 74% dei giovani risponde che non ha mai fatto una visita andrologica e l’83,9% dichiara di non effettuare controlli regolari“, ha proseguito l’esperto Alessandro Palmieri.
Per questo possiamo sostenere che la passione cede il passo non solo al sesso virtuale, al porno e all’autoerotismo, ma anche alla “pace dei sensi”. In sostanza, si stima che siano oltre 1,6 milioni i 18-35enni che mai nella vita hanno fatto sesso e circa 220mila le coppie stabili 18-35 anni che hanno quasi totalmente rinunciato alla pratica sessuale. “In un contesto caratterizzato da alterazioni della sessualità, che vanno dal ricorso frequente ai rapporti intimi virtuali all’astinenza vera e propria, diventa davvero difficile immaginare o prevedere miglioramenti sulla natalità futura in Italia, già oggi ai minimi storici“, ha sottolineato Palmieri. Per quanto riguarda invece le malattie sessuali, i dati che sono emersi ci dicono che solo l’8% dei giovani ne ha parlato con il medico o il 12% a casa. Dall’altra parte, invece, circa il 70% ha cercato informazioni in modo autonomo sul web o ha avuto alcune informazioni grazie alla scuola o all’università. Solo l’8,1% dei maschi, poi, ha parlato liberamente di malattie sessualmente trasmissibili con il partner.