L’Agenzia spaziale europea ha appena rilasciato i primi cinque scatti del telescopio spaziale che potrebbero aiutare a svelare alcuni dei più grandi misteri dell’Universo
Sono arrivate fino a noi le prime istantanee dell’universo come nessuno lo ha aveva mai visto prima. Sono le prime 5 immagini scientifiche del telescopio spaziale Euclid, presentate dall’Agenzia Spaziale Europea e già considerate rivoluzionarie per la nitidezza della risoluzione, per la profondità e per la miriade di particolari inediti che hanno catturato.
Il telescopio dell’Agenzia spaziale europea Euclid era decollato alle 17:12, ora italiana dello scorso 1 luglio, da Cape Canaveral, in testa a un razzo Falcon 9 di SpaceX verso il suo posto là fuori dal quale, nei prossimi anni, deve provare a fare luce su quel pezzo di realtà che non riusciamo ancora a spiegare. È una delle missioni Esa più importanti degli ultimi anni dal costo di 1,4 miliardi, soprattutto come ambizioni scientifiche, che cerca una svolta per comprendere meglio materia ed energia oscura.
La sua missione era proprio quella di esplorare l’Universo a noi più sconosciuto e dalle prime 5 immagini scattate e arrivate oggi sulla terra, il telescopio Euclid, lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea lo scorso luglio, sta riuscendo perfettamente nell’intento. Una moltitudine di galassie sconosciute e lontanissime, un gigantesco ammasso di stelle catturato in un flash, in uno scatto come non era mai accaduto prima, culle di pianeti viste penetrando la cortina di polveri che le nasconde. Le prime cartoline a colori arrivate dallo spazio descrivono così un Universo ad altissima risoluzione che secondo i tecnici dell’agenzia spaziale “riflettono le capacità di Euclid, quello che il telescopio può fare, ovvero la combinazione di due cose essenzialmente: campi molto larghi, come fa il grandangolo in una macchina fotografica, e una definizione eccezionale all’interno di questo grandangolo, fino ai bordi dell’immagine”.
Per i prossimi sei anni, Euclid avrà il compito di cercare indizi nel buio, quello più nero, lo scopo principale sarà infatti misurare gli effetti della presenza di materia invisibile a tutti gli strumenti, e che tuttavia innerva il vuoto tra le galassie e ne influenza i movimenti, e di quell’energia che fa non solo espandere, ma addirittura accelerare l’Universo. In ogni caso, le scoperte di Euclid sono destinate ad avere una portata rivoluzionaria: “Dal punto di vista cosmologico, energia oscura e materia oscure sono congetture, quindi verificarle sarà una scoperta, che le si confermi o meno. Dopo una serie di calibrazioni, a fine gennaio si prevede di iniziare le osservazioni vere e proprie, setacciando a tappeto tutto l’universo fuori dalla nostra galassia”, concludono dall’Esa.
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