Meta, il colosso dei social cambia tutto e per Facebook e Instagram ci saranno delle rivoluzioni a partire dal 2025.
L’era dei social network ha portato una vera e propria rivoluzione nella vita delle persone. Tutto è cambiato, per certi versi in meglio, per altri no, ma questa, in fondo, non è altro che la dualità che si nasconde in ogni cosa.
Da quando Facebook e poi Instagram sono comparsi nelle nostre vite, sono cambiati il nostro modo di fare amicizia con le persone e il nostro modo di fare business, le connessioni tra persone lontane sono divenute decisamente più semplici, è cambiato il modo di fare marketing e molto altro ancora. Una vera e propria rivoluzione che non sembra arrestarsi.
Queste app, infatti, tendono a migliorare sempre più le loro funzioni per far sì che l’esperienza degli utenti sulla piattaforma possa essere ancora più interessante. D’altronde, negli anni, è sorta anche la concorrenza e anche se per ora restano ai vertici, nella vita non si può mai sapere, per cui è sempre bene restare sulla cresta dell’onda. Nel frattempo, pare che Meta abbia preso una decisione choc che riguarda proprio i suoi social.
Meta, decisione choc: cosa cambierà a partire dal 2025
Meta, l’azienda guidata dal creatore di Facebook e Instagram Mark Zuckerberg, ha preso una decisione molto dura, inaspettata.
Nello specifico, infatti, Meta è entrata in contrasto con il governo dell’Australia. Questo è successo dopo la scelta di mettere uno stop ai pagamenti agli editori australiani per ripubblicare notizie sui suoi siti. I contratti scadono alla fine del 2024 e Meta ha annunciato che non saranno rinnovati. Gli editori australiani contestano all’azienda americana che questo gesto farà perdere loro molti posti di lavoro e anche moltissimi soldi.
Anni fa era stato introdotto un Codice contrattuale per i news media, che poneva come condizione che colossi del web come Facebook e Google, dovessero pagare gli editori per la riproduzione di news. C’erano dunque alla base una serie di accordi con le principali fonti di informazione australiane, tra cui editor, radio Tv e giornali.
Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, si è detto molto deluso dal comportamento di Meta, definendolo “disonesto”. «È disonesto che una compagnia possa profittare da investimenti altrui e non solo investimenti di capitale, ma del lavoro di giornalisti». Vedremo dunque, come andrà a finire.