Dopo tante discussioni e rinvii, c’è il via libera dal Governo e adesso è legge e per chi usa il pezzotto i provvedimenti sono durissimi
Non si scherza più con la pirateria televisiva. Da adesso in poi chi avrà e usufruirà del pezzotto, il famoso marchingegno che consente ai furbetti di poter vedere trasmissioni senza pagare, avrà pene durissime con cui fare i conti.
Da oggi, infatti, chi ne farà uso, rischia fino a un anno di carcere, la pena più severa, più tante altre su cui bisognerà fare affidamento e soprattutto attenzione. C’è il via libera delle varie commissioni Bilancio e Finanze del Senato sui due emendamenti che sono stati riscritti e resi ancora più severi rispetto a quanto fossero prima da FI e FdI sul dl omnibus che è contro la pirateria tv anche per gli eventi sportivi.
Provvedimenti dettagliati e piuttosto precisi, tanto che sono stati fatti seguendo le direttive di tecnici della polizia postale e di esperti del settore, tanto che il primo provvedimento estende il tutto anche ai “fornitori di servizi Vpn e quelli di Dns pubblicamente disponibili” l’obbligo di bloccare l’accesso ai contenuti diffusi abusivamente.
L’altro diktat, invece, dà l’obbligo circostanziato ai prestatori di servizi di accesso alla rete che “vengono a conoscenza“, c’è scritto nel testo, di condotte penalmente rilevanti di fare in modo di segnalarlo immediatamente alle forze dell’ordine e naturalmente alla polizia di settore, ovvero a quella postale e si deve fare attenzione perché la mancata segnalazione o comunicazione potrebbe dare luogo a alla “reclusione fino ad un anno“.
Pene dure ed esemplari contro chi bara
Il primo emendamento, che cambia l’attuale normativa sui provvedimenti urgenti e cautelari dell’Agcom per la disabilitazione dell’accesso, dice anche che da parte loro si deve provvedere in maniera periodica e costante “a riabilitare la risoluzione dei nomi di dominio e l’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi Ip bloccati“, dopo i primi sei mesi di blocco.
Per quel che riguarda il secondo emendamento, i soggetti che sono chiamati a denunciare in pratica chi fa uso illecito del servizio sono, come è scritto nel testo della nuova legge, i “prestatori di servizi di accesso alla Rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione, ivi inclusi i fornitori e gli intermediari di Vpn o comunque di soluzioni tecniche che ostacolano l’identificazione dell’indirizzo Ip di origine, gli operatori di content delivery network, i fornitori di servizi di sicurezza internet e di Dns distribuiti, che si pongono tra i visitatori di un sito, e gli hosting provider che agiscono come reverse proxy server per siti web“.
Insomma, non si può più scherzare col pezzotto e fari i furbi anche perché da adesso in qualche modo si è circondati perché pure chi dà il servizio alla rete può denunciare che sul quel dato dispositivo o rete a cui ci si aggancia, si fanno cose non legali. Quindi attenzione a chi cerca di trovare via alternative senza pagare.
Il Governo fa sul serio contro la pirateria, ascoltando l’appello delle varie piattaforme che in questi anni hanno dovuto fare i conti con questo genere di cose.