L’azienda di Mountain View era stata portata in tribunale oltre 3 anni fa da milioni di utenti che l’accusavano di tracciare la loro navigazione su Chrome anche in “Modalità Incognito”
Google ha raggiunto un patteggiamento con un gruppo di utenti che li aveva accusati di non aver fornito informazioni complete riguardo al presunto tracciamento in modalità Incognito del suo browser Chrome. Questo accordo chiuderà la causa legale pendente, in attesa che la giudice confermi l’intesa il prossimo febbraio.
La modalità di navigazione in incognito è una funzionalità presente in molti browser, tra cui Google Chrome e Microsoft Edge, che permette di navigare in modo privato senza che le attività di navigazione vengano salvate nella cronologia, nei cookie o nei dati del sito.
In un’ epoca dove siamo continuamente spiati o come minimo analizzati e tracciati, soprattutto durante l’uso di un computer o dello smartphone, la possibilità di navigare nel mare di internet qualche volta senza lasciare tracce del nostro passaggio, potrebbe sembrare tranquillizzante. Quello che hanno pensato esattamente milioni di utenti mentre sceglievano la Modalità navigazione di incognito del browser di Google Chrome, senza sapere invece che la loro attività veniva comunque rilevata. Tre anni fa infatti Google era stata accusata proprio da un gruppo di utenti di non aver adeguatamente informato sulle condizioni della modalità Incognito del suo Browser Chrome, che non impedisce il tracciamento, ma le informazioni segnalate da Google, invece,, lasciavano credere che l’utente potesse effettivamente selezionare quali informazioni condividere con la società e quali no. La disputa legale, avviata nel 2020, aveva portato a una richiesta di risarcimento complessivo che ammontava alla considerevole cifra di 5 miliardi di dollari, 5.000 dollari per ciascun utente coinvolto. I querelanti hanno accusato Google di aver violato le leggi sulla privacy, accedendo anche a “cose potenzialmente imbarazzanti” che cercavano in rete e di aver concesso ai siti che supportano Google Analytics o Ad Manager di raccogliere informazioni anche dalla modalità incognita del browser.
Il gigante del web aveva tentato di far archiviare la causa difendendosi dietro al messaggio che compare quando si attiva la Modalità Incognito su Chrome, che dice agli utenti che la loro attività “potrebbe essere ancora visibile sui siti visitati”. Ma la cosa non è bastata e il procedimento è andato avanti. Si è quindi arrivati a un accordo di patteggiamento dove l’azienda ha riconosciuto la sua colpevolezza. Secondo la giudice, Yvonne Gonzalez Rogers, che ha seguito la causa sin dall’inizio, questo avviso non significa affatto che Google abbia avvertito gli utenti del tracciamento dei dati. “La mozione di Google si basa sull’idea che i querelanti abbiano acconsentito alla raccolta dei loro dati mentre navigavano in modalità privata”, ha dichiarato. “Poiché Google non ha mai detto esplicitamente agli utenti che lo fa, la Corte non può ritenere che gli utenti abbiano esplicitamente acconsentito alla raccolta dei dati in questione”. I dettagli dell’accordo non sono stati rivelati al pubblico, ma quello che sappiamo è che il patteggiamento tra le parti sarà approvato da un giudice federale della California il prossimo 24 febbraio 2024.
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