Il blocco automatico delle Sim intestate ai minorenni consente di impedire l’accesso a varie categorie di siti, dai porno a quelli di scommesse
Dal 21 novembre entra in vigore la delibera dell’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) con l’obiettivo di rafforzare la tutela dei minori sul web. I gestori telefonici dovranno includere il servizio gratuito nei nuovi piani tariffari e sensibilizzare i genitori all’uso dello strumento. Tra i siti oscurabili anche quelli che promuovono l’anonimato.
Il parental control o filtro famiglia è il sistema che permette ad un genitore di monitorare o bloccare l’accesso a determinate attività da parte del bambino (siti pornografici, immagini violente o pagine con parole chiave) e anche di impostare il tempo di utilizzo di computer, tv, smartphone e tablet.
Come previsto dalla delibera AGCOM 9/23/CONS dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dal 21 novembre 2023 è obbligatorio per tutti gli operatori telefonici attivare un sistema di parental control sulle SIM intestate ai minorenni. Tutti gli operatori italiani si sono adeguati, mettendo a disposizione gratis sistemi per filtrare Internet che già offrivano ai loro utenti come opzione a pagamento. Ad oggi l’età minima per ottenere una sim personale è di 8 anni, ma la maggior parte degli operatori telefonici richiede un’età minima più alta, fino anche al compimento dei 15 anni. La delibera prevede un controllo a monte dei contenuti che l’utente del Web minorenne può visualizzare. Ciò significa che è direttamente l’Internet Provider, che nel caso di Internet mobile è anche l’operatore telefonico, che deve bloccare i contenuti non adatti. In pratica non è stata scelta la soluzione che prevede la possibilità di bloccare i contenuti sul telefono o del tablet, ma direttamente a livello di SIM, se è intestata a un minore, o viene richiesto comunque il blocco da parte dell’adulto responsabile di quel minore, e allora scatta il parental control.
Il possibile stop riguarda una serie abbastanza nutrita di categorie di contenuti da bloccare, una delle quali ha un carattere prettamente tecnico. Tra gli 8 settori ritenuti inappropriati che potrebbero essere oscurati sugli smartphone dei minori rientrano i siti di informazione che promuovono la vendita e l’uso di armi così come quelli che inducono al gioco d’azzardo. La stretta dell’Autority per le comunicazioni si estende inoltre ai siti Internet che incitano a violenza, razzismo, disturbi alimentari o all’uso di alcol e droghe. Inoltre verranno bloccati tutti quei siti che provano a spiegare come mantenere l’anonimato in rete. Ovviamente il divieto include inoltre i siti riconducibili a sette religiose e i portali che diffondono o promuovono la vendita di materiale pedopornografico. La stortura resta, non a caso, quella dei social network. Perchè i gestori telefonici, infatti, non sono tenuti a bloccare l’accesso ai social, perché non entrano in nessuna delle categorie vietate. Però sappiamo perfettamente come sui social network possono girare tranquillamente immagini e notizie riguardanti l’uso di alcol e droghe, violenza, razzismo, giochi d’azzardo sotto forma anche di pubblicità e pornografia.
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