Grazie all’avvento del comparto delle auto elettriche, nel segmento delle esportazione il Dragone ha realizzato più vendite del paese del Sol Levante
Incredibile quanto clamoroso sorpasso al vertice per quanto riguarda le esportazioni di veicoli nel mondo. La Cina, infatti, supera il Giappone e conquista per la prima volta il titolo di più grande Paese esportatore di automobili. Un risultato in gran parte dovuto alla diffusione delle auto elettriche, ma che ribalta gerarchie e certezze delle stesse case automobilistiche.
Le auto sono oramai diventate indispensabili al nostro vivere quotidiano. Eppure, non tantissimo tempo fa neanche esistevano e la loro diffusione a livello di massa è, naturalmente, ancora più recente. Non è poi passato così tanto tempo dal Modello T, l’auto economica lanciata da Ford nel 1908, il cui costo di produzione era basso grazie all’introduzione della catena di montaggio in fabbrica. Per poi arrivare alla fine dell’800, quando l’automobile cominciò a vedersi anche in Italia con la nascita delle prime fabbriche, tra le quali la Fiat, fondata nel 1899 a Torino.
Diversi paesi si sono distinti per produzioni ed esportazioni nell’ambito automobilistico, ma adesso, in un lasso di tempo tra l’altro brevissimo è l’industria automobilistica cinese a registrare nuovi record non solo in termini di vendite, ma soprattutto su produzione ed esportazione, in particolare l’export è aumentato del 58%, risultano infatti fino a 4,91 milioni di veicoli spediti in altri paesi nel mondo. Nel 2023, secondo la China Association of Automobile Manufacturers (Caam), le vendite di veicoli sono aumentate del 12% a 30,09 milioni di unità. Analogo tasso di crescita è stato riscontrato per i volumi produttivi: +11,6% e 30,16 milioni di veicoli assemblati nelle numerose sedi cinesi.
Con questi dati la Cina effettua lo storico sorpasso nei confronti di uno dei competitor più importanti al mondo, il Giappone, il più grande esportatore di automobili al mondo dal 2017, e diventa per la prima volta nel 2023 il più grande Paese esportatore di veicoli al mondo. Infatti, secondo i dati diffusi dalla Japan Automobile Manufacturers Association (Jama), l’associazione nipponica dei produttori, il Sol Levante ha esportato un totale di 4,42 milioni di veicoli lo scorso anno.
Sono diversi i fattori che spiegano l’ascesa cinese. A differenza dei giganti giapponesi come Toyota e Nissan, che hanno puntato sui modelli ibridi, i costruttori cinesi, tra cui BYD, hanno investito con maggiore audacia nei veicoli elettrici (EV), arrivando a dominare questo segmento di mercato. Inoltre, le esportazioni, per esempio, hanno beneficiato l’anno scorso del fortissimo contributo delle spedizioni verso la Russia, dove ormai oltre la metà dell’immatricolato è rappresentato da vetture di marchi quali Great Wall o Chery, capaci di rimpiazzare i marchi occidentali dopo l’embargo imposto a Mosca. Altra caratteristica che ha favorito l’ascesa dell’attuale più grande Paese costruttore di auto è la nascita quasi frenetica di nuovi marchi, soprattutto indipendenti, oltre che di modelli inediti, praticamente non passa giorno che non venga annunciato un nuovo modello.
Lo scorso anno, tra elettriche e ibride plug-in, sono stati esportati 1,2 milioni di esemplari, il 77,6% in più rispetto al 2021, con le elettriche pure in salita dell’80,9% e le ricaricabili in miglioramento del 47,8%. Le statistiche mostrano che lo scorso anno nel Paese sono stati prodotti 9,6 milioni (+35,8%) e ne sono stati venduti 9,5 milioni (+37,9%), il 31,6% dei volumi commerciali totali. Zhang Yongwei, vicepresidente del think tank China EV100 prevede che le esportazioni, unite alle produzioni locali delle filiali estere, possano superare nel 2030 la soglia dei 10 milioni.
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