Una storia che va avanti da tanti anni, ma che fino ad oggi nessuno ha mai saputo smentire o confermare del tutto. Raccogliere informazioni private per scopi commerciale è la nuova frontiera del marketing
Sistemi di tracciamento bancario, telecamere dedicate, controllo dei passaggi delle macchine, social network che raccontano passo dopo passo il nostro quotidiano, inutile nascondercelo ancora, siamo costantemente sorvegliati e da un certo punto di vista ci dobbiamo anche rassegnare perchè proprio l’utilizzo continuo e costante del nostro cellulare potrebbe fornire molti dati a chiunque avesse voglia e modo di spiarci per davvero.
Proprio il nostro smartphone può essere un vero e proprio cavallo di troia per raccontare le nostre vite, i nostri gusti, quello che pensiamo e soprattutto quello che diciamo, sia se parliamo con nostra madre, con la propria moglie o con un collega di lavoro. Attraverso semplici app spia per cellulare si possono piazzare infatti degli “ascoltatori privilegiati” dentro i telefonini, in grado di tracciare non solo movimenti fisici, operazioni bancarie, messaggi privati, email professionali e ogni minima azione che compiamo con il nostro device, ma anche tutte quelle informazioni che possono aiutare le aziende a “vendere” di più e in maniera più mirata.
Una questione che è sempre stata in bilico tra fantascienza e realtà, tra il pericolo reale e la leggenda metropolitana, ma la questione è che attraverso i microfoni dei nostri smartphone o la loro geolocalizzazione, essendo costantemente connessi, chiunque ci possa spiare. “Ho discusso di automobili con un collega, e oggi vedo sul mio smartphone la pubblicità dello stesso modello d’auto che avevo nominato nella conversazione: ma allora il telefonino mi spia?“. È una domanda che in molti continuano a farsi senza mai avere una risposta precisa che spazzi via i dubbi. E’ innegabile infatti che sono tante le pubblicità mirate che arrivano costantemente sui siti visitati, nelle mail, sui social network e per questo è difficile pensare alla semplice coincidenza. La possibilità che il nostro cellulare possa spiarci, semplicemente per “passare” informazioni da sfruttare per fini commerciali, è sempre stata smentita da molti esperti di cybersicurezza dopo accurate indagini, ma la domanda resta comunque valida.
Una cosa però è certa, siamo circondati da microfoni. In casa ce ne sono sugli smartphone, ma anche sui tantissimi smart speaker, i vari Amazon Alexa, Assistant Google o Apple Siri sempre più venduti, sulle videocamere di sicurezza, su moltissimi modelli di smart tv e anche su altri dispositivi connessi alla rete. Però nel 2018, ad esempio, un team di esperti di una importante università americana ha esaminato per un anno intero oltre 17 mila delle più diffuse app per smartphone, per capire se alcune di esse utilizzassero segretamente il microfono. Il risultato che ne è scaturito è stato molto chiaro e non è stata trovata nessuna prova della presenza di un Grande fratello. Ma sempre più spifferi emergono tra gli addetti ai lavori e pare che molte società di marketing riescono a raccogliere informazioni proprio attraverso i microfoni dei nostri smartphone per utilizzarle a fini commerciali. E tale processo accade all’insaputa del proprietario, che può, involontariamente, concedere il consenso ad agire su determinate applicazioni. Ma anche semplicemente attraverso le app che utilizziamo, gli acquisti online che facciamo, la semplice navigazione su internet e la geolocalizzazione. L’utilizzo compulsivo che facciamo del nostro device diventa insomma il grimaldello perfetto per inviare informazioni commerciali personali.
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