Per rafforzare la connettività di tutto il mondo si sta pensando a un lunghissimo cavo che dovrebbe fare il giro del pianeta
Quando parliamo di Meta facciamo riferimento alla casa madre di molte piattaforme digitali, tra le quali rientrano quelle più famose e utilizzate come Facebook, Instagram, WhatsApp. Una società, nata nel 2004 come Facebook Inc., di proprietà di Mark Zuckenberg che, nell’ultimo periodo è finito al centro di un dibattito mondiale per un’idea clamorosa.

Il piano ideato dai dirigenti di Meta, infatti, sarebbe quello di costruire un cavo sottomarino capace di circondare tutto il mondo, con lo scopo di conferire ai ai cinque continenti principali la connettività leader del settore, oltre a favorire i progetti sull’Intelligenza Artificiale che stanno portando avanti.
Un cavo che dovrebbe raggiungere l’incredibile lunghezza di 50.000 chilometri e che, colleghando gli Stati Uniti all’India, al Sudafrica, al Brasile e a a tutti gli altri Paesi del mondo, rafforzerà notevolmente la connettività digitale globale. Diffuso come progetto Waterworth, sono già state rese note le tecniche e le modalità tramite le quali Meta vorrebbe portarlo a compimento.
Sarà sufficiente un sistema a 24 coppie di fibre è composto da 24 coppie di fili di fibra ottica. Ogni coppia sarà composta da 2 fibre separate: una per la trasmissione e una per la ricezione dei dati. Utilizzando 24 coppie di fibre, il cavo può supportare un gran numero di connessioni individuali.
Le perplessità geopolitiche e le soluzioni di Meta
Meta lo ha descritto come un progetto che: “consentirà importanti collaborazioni economiche, faciliterà l’inclusione digitale e offrirà opportunità di sviluppo tecnologico in queste regioni. Si dice che il cavo dovrebbe essere il più lungo fino ad oggi e utilizzi un sistema a 24 coppie di fibre, il che gli conferisce una maggiore capacità”.

Eppure, il tema dei cavi sottomarini è già argomento di discussione da tempo in ambito di politica internazionale. A gennaio la NATO ha lanciato una missione per rafforzare la sorveglianza delle navi nel Mar Baltico a seguito dei danni ai cavi sottomarini verificatisi l’anno scorso.
Questo perché i cavi sarebbero spesso motivo di incidenti e quindi un pericolo per gli esseri umani che navigano in quelle zone, così come per tutta la fauna e la flora sottomarina. Motivo per cui c’è molto scetticismo sulla praticità di questo progetto, sebbene da parte di Meta siano arrivate delle soluzioni premeditate.
L’idea sarebbe, infatti, quella di costruire il nuovo sistema di cavi fino a 7.000 metri di profondità, l’equivalente di circa 70 campi da football. Inoltre, la società utilizzerà tecniche avanzate in quelle aree che sono considerate alto rischio, come le acque poco profonde vicino alla costa, così da evitare danni causati dalle ancore delle navi.